8 Novembre 2018

Antisemitismo di un noto scrittore britannico per l’infanzia

Fonte:

La Repubblica

Autore:

Antonello Guerrera

L’altro Dahl ovvero la fabbrica antisemita

Va bene la Fabbrica di cioccolato, ma quella delle monete commemorative no. Due anni fa, in Inghilterra, si è celebrato il centenario della nascita di Roald Dahl, il grande – e unico, nel suo genere – scrittore gallese di romanzi per l’infanzia. Ma nel 2014 già ne discutevano intellettuali e autorità: si doveva decidere se Dahl meritasse una moneta speciale coniata appositamente dalla Zecca dello Stato britannico per i suoi cento anni. Non se ne fece niente, ma solo oggi se ne scopre la causa ufficiale, rivelata dal Guardian: il veto della commissione della Zecca alla monetina commemorativa scatto a causa dell’antisemitismo dell’autore di Matilda e del Signor Volpe. Un antisemitismo feroce ed esplicito, quello di Dahl, che non ne fece mai mistero negli anni. Famigerate alcune sue frasi pronunciate nelle interviste, invischiate di esplicita e terrificante violenza antisemita: «C’è un lato nel carattere ebraico che provoca senza dubbio animosità, forse è quel tipo di mancanza di generosità nei confronti dei non ebrei», diceva per esempio Dahl nel 1983 al New Statesman riferendosi all’invasione del Libano da parte di Israele un anno prima. «Voglio dire, c’è sempre una ragione per cui l’anti-qualcosa spunta ovunque. Persino una carogna come Hitler non se la prese con loro senza alcun motivo…». La Guerra del Libano era stato il grilletto delle sue invettive antisemite, che evidentemente covavano in Dahl da molto tempo: «Hanno ucciso 22mi1a civili quando hanno bombardato Beirut», dichiaro all’Independent nel 1990, qualche mese prima della sua morte, «ma le azioni israeliane sono state insabbiate dai giornali controllati dagli ebrei». E poi: «Sono certamente anti-Israele e sono diventato antisemita visto che gli ebrei sostengono il sionismo in un altro Paese come l’Inghilterra. Sappiamo tutto degli ebrei oramai». Dichiarazioni pesantissime e mai ritrattate da Dahl, che gli sono costate la monetina postuma. Nelle minute della Commissione della Zecca rivelate ieri, si legge come i suoi componenti definissero Dahl nel 2014 “uno scrittore dalla reputazione non altissima”, date le sue posizioni controverse. Dunque venne considerato non meritorio di un simile riconoscimento. Una decisione ben diversa da quella delle Poste britanniche che invece nel 2016 onorarono Dahl con una serie di francobolli per commemorare i suoi capolavori.

 

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