Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Aldo Grasso
Le opinioni di Bargiggia in un tweet e le reazioni in casa Mediaset
In margine ai mondiali di calcio si è verificato un episodio davvero spiacevole che riguarda anche il mondo della tv. Paolo Bargiggia, giornalista di Sport Mediaset, non perde occasione per ricordare ai follower le sue idee: è un simpatizzate di CasaPound. Dopo la vittoria della Croazia contro l’Inghilterra, Bargiggia ha esaltato la nazione di Mandzukic e compagni, definendola «completamente autoctona», con un «popolo di 4 milioni di abitanti, identitario, fiero e sovranista». E lo ha contrapposto alla Francia, che la Croazia ha sfidato nella finale dei mondiali a Mosca, definita criticamente «un melting pop (!) di razze e religioni, dove il concetto di nazione e Patria è piuttosto relativo». Libertà di pensiero, certo (anche se oggi l’uso della parola «razza» è intollerabile), ma la Croazia «completamente autoctona» è un’invenzione: a stretto giro di tweet gli hanno fatto notare che «alcuni giocatori hanno genitori di religioni diverse, nati in diverse aree della ex-Jugoslavia». I Balcani sono una terra di contaminazione. Com’era prevedibile, Mediaset non l’ha presa bene: «Tgcom24.it e Sportmediaset.it si dissociano fermamente dalle affermazioni dal tenore e dal contenuto razzista pubblicate da Paolo Bargiggia sul suo account personale di Twitter, in particolare quelle legate alla finale mondiale tra Francia e Croazia». Adesso Bargiggia minaccia azioni legali: «Segnalo che in Italia non è previsto il reato d’opinione, che la parola razza è contemplata dalla Costituzione e che il mio tweet sul profilo personale, non aveva contenuti razzisti ma rappresentava una semplice analisi di realtà. Trattandosi di un’accusa gratuita e grave, mi riservo di tutelare la mia immagine nelle competenti sedi». A parte il fatto che esiste anche una policy aziendale, ma se queste sono le sue analisi delle realtà, chi si fida più del giornalista televisivo Paolo Bargiggia?