10 Luglio 2018

Il Partito laburista non ha ancora risolto il suo problema con l’antisemitismo

Fonte:

https://cst.org.uk

Autore:

Dave Rich

L’arroganza laburista sulla definizione di antisemitismo.

“Mr Livingstone, aveva intenzione di essere antisemita quando ha ripetutamente violato il punto più delicato e doloroso della storia ebraica affermando che Hitler sosteneva il sionismo? “

“Ovviamente no! Io sono da sempre un anti-razzista”.

“OK, allora può andare.”

È così che l’udienza disciplinare di Ken Livingstone potrebbe essere andata sotto il nuovo codice di condotta per l’antisemitismo del Partito laburista, respinto da tutte le principali organizzazioni ebraiche britanniche e dall’unica consociata ebraica del partito, il Movimento Laburista Ebraico.

Questo nuovo codice è stato giudicato dal Labour più completo e pratico rispetto alla definizione sull’antisemitismo dell’International Remembrance Alliance (IHRA) che viene interamente utilizzata, con tutti i suoi esempi illustrativi, dai governi britannico e scozzese, dall’Assemblea gallese, da oltre 120 autorità locali e molte altre amministrazioni. Non è niente del genere, e la discussione su queste due definizioni concorrenti è diventata emblematica del perché il Partito laburista non abbia ancora risolto il suo problema sull’antisemitismo.

Gli autori del nuovo codice laburista hanno ridotto a brandelli la definizione dell’IHRA, adottato alcuni dei suoi esempi e avvolto il resto di ambiguità e equivoci descritti dal Movimento Laburista Ebraico come “un’uscita gratis di prigione” per gli antisemiti.

Ad esempio, la vecchia ingiuria antisemita che gli ebrei sono “più fedeli a Israele, o alle presunte priorità degli ebrei di tutto il mondo, che agli interessi delle loro stesse nazioni” – inclusa nella definizione originale dell’IHRA – non è tra le cose che “potrebbero essere considerate antisemite” nel codice del Labour. Anzi, è stata spostata in una sezione diversa in cui è semplicemente descritta come “sbagliata”.

Nemmeno paragonare Israele alla Germania nazista sarebbe considerato antisemitismo “a meno che non vi siano prove di intenti anti-semiti” – una cosa quasi impossibile da dimostrare in un partito di autoproclamati antirazzisti.

Entrambe queste cose potrebbero comunque comportare provvedimenti disciplinari, in considerazione che sono dannose per il partito, ma non perché sono antisemite. È tipico degli sforzi falliti del Labour per combattere l’antisemitismo, che la questione di ciò che danneggia il partito, ancora una volta, ha la priorità su ciò che ferisce gli ebrei.

È facile perdersi nei dettagli delle definizioni e delle sotto-clausole e chiedersi quale sia il problema. In realtà è semplice: il Partito Laburista, con la stupefacente arroganza attribuita agli eventi degli ultimi tre anni, ritiene di essere capace di definire l’antisemitismo meglio rispetto al Movimento Laburista Ebraico, ai suoi parlamentari ebrei o ai principali organi dirigenti della comunità ebraica, ognuno dei quali vuole che il partito utilizzi a pieno la definizione di antisemitismo originale dell’IHRA.

Sabato il Guardian ha pubblicato una lettera da parte di una lunga lista di parlamentari principalmente laburisti, che chiedono “una solida azione contro l’antisemitismo” basata sulla “chiarezza su ciò che è l’antisemitismo”; e in particolare per evitare “la commistione tra antisemitismo e critica legittima delle leggi di Israele o delle politiche del suo governo”.

I firmatari di questa lettera non includevano nessuno dei parlamentari ebrei laburisti che, durante un dibattito parlamentare sull’antisemitismo in aprile, descrivevano con raccapriccianti dettagli l’abuso, le minacce e le molestie che ricevono regolarmente, molte delle quali provengono da persone di sinistra. La loro assenza non è un caso: mancano perché gli organizzatori della lettera non hanno invitato nessuno di loro a firmarla. La realtà di come gli ebrei davvero avvertono l’antisemitismo non è, apparentemente, di importanza sufficiente rispetto alla paura infondata che la definizione sull’antisemitismo dell’IHRA limiterebbe la capacità delle persone di criticare le politiche israeliane.

La definizione dell’IHRA non fa nulla di tutto questo, affermando chiaramente che “la critica a Israele analoga a quella rivolta a qualsiasi altro paese non può essere considerata antisemita”. Ciò lascia spazio all’intera gamma di opposizioni razionali alle leggi, alle politiche e alle azioni israeliane, fondate su dati comprovati. Non consente l’odio di tipo ossessivo e irrazionale che descrive Israele come uno stato nazista di impareggiabile crudeltà che deve essere cancellato dalla mappa, o che vede cospirazioni “sioniste” dietro a tutto, dall’11 settembre all’avvelenamento di Sergei e Yulia Skripal, e per un’ottima ragione: perché, come riconosce la definizione IHRA, l’antisemitismo a volte include “l’attacco allo Stato di Israele, concepito come collettività ebraica”.

Questa distinzione non dovrebbe essere difficile da accettare per un partito antirazzista, ma il Labour ha abbandonato uno ad uno i principi di base dell’anti-razzismo quando si tratta di affrontare l’antisemitismo e gli ebrei. Invece di lasciare che i suoi parlamentari ebrei e la sua consociata ebraica definiscano l’antisemitismo e guidino la lotta contro di essa, la leadership laburista insiste nel voler occuparsene direttamente. Mentre la legge antidiscriminazione s’incentra sugli esiti dannosi, il Labour insiste nel dimostrare l’ “intento antisemita”. La consultazione con i corpi dirigenti ebraici esterni varia da superficiale a inesistente.

Finché il Labour continuerà con questa linea d’azione, il suo problema di antisemitismo continuerà a peggiorare – e il disincanto degli ebrei nei confronti del Partito diventerà sempre più radicato.