Fonte:
La Repubblica edizione di Genova
Autore:
Stefano Origone
“Celebrazione fascista?
No, una pietra sul passato”
II vicesindaco minimizza
Ma la “prima” corona di fiori ufficiale ai repubblichini scatena le reazioni in città e in consiglio comunale
IL giorno dopo la decisione del Comune di Genova di commemorare i caduti della Repubblica sociale italiana, non si placano le polemiche. II vice sindaco Stefano Balleari, di Fratelli d’Italia, getta acqua sul fuoco. «L’abbiamo fatto per dare dignità a tutti». Vittime e carnefici sullo stesso piano? «Che c’entra, nella guerra tutti sono vittime e carnefici». A deporre la corona di fiori ai caduti Rsi, è stato Sergio Gambino, consigliere con delega alla protezione civile. Un membro del suo partito. Una scelta casuale o no? «Quando ci sono tante commemorazioni, ci dividiamo i compiti. Ricordo che il sindaco Bucci è andato all’Anpi e in questo caso ha deciso che andasse Gambino a Staglieno». II quale ha detto: “dopo anni di odio è ora di dare segnali di distensione”: «Noi cerchiamo di guardare avanti, indietro non si va da nessuna parte. Cerchiamo di avere un atteggiamento costruttivo e se mi dice che è stata una scelta controcorrente pericolosa, una provocazione, rispondo che è sbagliato sempre pensare in una determinata maniera e dobbiamo eliminare i motivi di divisione nel passato. Cercare le cose che uniscono, insomma». Ma stiamo parlando di fascismo… «Lo sapevamo che sarebbero arrivate delle polemiche, ribadisco che terminate scelte sono inclusive e non divisive. Deporre una corona sulle tombe dei partigiani, significa mettere una pietra sul passato e guardare avanti». Ma lasciare un fiore sulla tomba del partigiano Ferruccio “Maurizio” Parri, per molti è stato un attacco alla storia. «Non voleva essere vista come tale. Non vogliamo cancellare la memoria, solo chiudere con il passato». Per Genova, città medaglia d’oro della resistenza, è difficile vederla così: «Farlo da un’altra parte non avrebbe avuto senso». Massimo Bisca, esponente dell’Anpi di Genova, si rivolge al sindaco Bucci. «No, sindaco. Non si può sfilare insieme alla Comunità Ebraica in ricordo della deportazione degli ebrei genovesi e, nella stessa giornata, lasciare che un membro della sua maggioranza vada a portare una corona d’alloro ai caduti della Repubblica Sociale Italiana al Cimitero di Staglieno, a nome del Comune. Perché quei combattenti, sconfitti dalla storia benché umanamente pianti dalle loro famiglie, hanno deciso rastrellamenti e uccisioni proprio di appartenenti alla comunità ebraica». Anche Cristina Lodi, capogruppo Pd in consiglio comunale, chiede al sindaco di prendere posizione sull’iniziativa di Gambino. “Lei ha sfilato, con la Comunità Ebraica e la Comunità di Sant’Egidio, nel ricordo di tutti gli ebrei genovesi deportati e sterminati dal Nazifascismo, condividendo quindi il messaggio della marcia silenziosa che recitava “Non c’è futuro senza memoria” – sottolinea -. Nello stesso giorno, il consigliere Gambino, munito di fascia tricolore e quindi in rappresentanza della città ha dichiarato, commentando l’iniziativa che “è il momento di andare oltre quegli anni di guerra civile in cui morirono persone che credevano di combattere ognuno dalla parte giusta”, mettendo in discussione la memoria dei valori fondanti la nostra Repubblica». Lodi aggiunge che ritiene “doveroso, verso tutti i genovesi, un chiarimento e una presa di posizione da parte del primo cittadino”. Anche il segretario del Pd, Alberto Pandolfo, ha stigmatizzato la decisione del Comune. «II Pd non permette e non accetta i tentativi di chi vuole riscrivere la storia. Solo mantenendo viva la memoria di quanto accadde nel corso della Seconda Guerra Mondiale e tenendo fede ai valori della Resistenza possiamo confrontarci con le sfide che anche a Genova ci riserverà il prossimo futuro».