Fonte:
La Repubblica
Autore:
Paolo Berizzi
Il manifesto anti-immigrati come ai tempi del fascismo “Intervenga la magistratura”
L’immagine pubblicata il 29 agosto scorso ha ottenuto 8.708 “like” e più di 500 commenti
Un uomo nero che aggredisce una donna bianca, intento a strapparle la camicetta. E la scritta “Difendila dai nuovi invasori. Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia». È il manifesto della nuova campagna shock anti-immigrati di Forza Nuova. Il cartello — postato sulla pagina Fb del partito neofascista, diffuso in Rete e che forse verrà affisso nelle città — è perfettamente in linea con le posizioni razziste e xenofobe portate avanti dalla formazione di Roberto Fiore (fino al virulento attacco contro lo ius soli). Ma con un particolare in più: ripropone — riadattandolo ai giorni nostri, tra emergenza sbarchi, aggressioni e altri episodi di cronaca — un manifesto con cui la Repubblica sociale italiana, nel 1944, ai tempi dell’avanzata degli angloamericani contro fascisti e nazisti, poi culminata con la Liberazione, propagandava la figura del “negro” invasore quale “violentatore e massacratore di inermi e nemico della civiltà europea”. L’immagine a cui si è ispirata Forza Nuova è opera di Gino Boccasile, artista grafico propagandista celebre per i suoi manifesti icone del regime fascista e dell’ alleanza coi tedeschi ( lo stesso Boccasile era stato tra i firmatari del Manifesto della razza in appoggio all’introduzione delle leggi razziali ).L’uomo nero che aggredisce la donna bianca, nell’illustrazione “bellica” di Boccasile, altro non è che un soldato alleato: forse un goumier francese (le truppe coloniali provenienti dal Marocco). Il 1944 è l’anno dello sbarco ad Anzio e Nettuno: la Seconda guerra mondiale è in corso e, nella vulgata fascista, i soldati che stanno occupando il territorio italiano sono responsabili di stupri e violenze. Su questa paura fa leva il manifesto di Boccasile ( autore anche di famose pubblicità dall’amaro Ramazzotti al Formaggino Mio ), che infatti viene diffuso nelle aree della Rsi non ancora “prese” dagli angloamericani. Settantatré anni dopo quell’immagine viene adottata in chiave anti-immigrati da Forza Nuova, e cioè un partito che già due sentenze della Cassazione hanno ritenuto legittimo equiparare a una formazione “nazifascista”. A spiegare il delirante parallelismo tra la Seconda guerra mondiale e i giorni d’oggi, ovvero tra gli invasori “alleati” e i “nuovi invasori”, che sarebbero i migranti in arrivo in Italia, sono gli stessi comunicatori forzanovisti. A corredo del manifesto postato il 29 agosto alle 21.04 (8.708 like e 520 commenti), si legge: «Gli stupri, si sa, sono il barbaro e infame corollario di ogni guerra di conquista. Le violenze contro le donne dell’epoca del manifesto a cui ci siamo ispirati furono contestualizzate all’interno della sconfitta che chiamarono “liberazione”; quelle di questi anni e di questi giorni le occultano spudoratamente, tacendo il fatto che sono attuate da nuovi invasori a cui paghiamo vitto, alloggio, bollette, schede telefoniche, cellulari e sigarette. I nuovi barbari sono peggiori di quelli del ’43-’45, oggi come allora fiancheggiati dai traditori della Patria». Il messaggio è dunque questo: che i “nuovi invasori”, gli immigrati, anche loro nemici della civiltà europea, stanno occupando l’Italia, e intanto violentano le donne. Da qui il monito di Forza Nuova ai cittadini: «Difendiamole». «Questo manifesto è una palese istigazione all’odio razziale — commentano dall’Osservatorio sulle nuove destre — Di fronte a una notizia di reato cosi evidente, c’è da aspettarsi un intervento immediato da parte della magistratura e delle istituzioni democratiche». L’obiettivo del partito di Fiore è chiaro: soffiare sul fuoco, cavalcare la paura strumentalizzando alcuni fatti di cronaca che, nei giorni scorsi, hanno visto come protagonisti — sia come autori sia come vittime — degli immigrati. A partire dalla vicenda dello stupro di Rimini ai danni di una turista polacca: i responsabili non sono ancora stati individuati ma la denuncia di una coppia di Legnano — aggredita il 12 agosto nella stessa zona da un gruppo di nordafricani — è bastata a accendere la rabbia razzista sul web. L’ultimo nemico, in ordine di tempo, è stato don Massimo Biancalani, il prete di Pistoia contestato in chiesa per aver portato una giornata in piscina alcuni profughi africani. Anche loro “nuovi invasori”.