Fonte:
http://gazzettadimantova.gelocal.it
Autore:
Francesco Romani, Matteo Sbarbada
Nove indagati nel Movimento dei Fasci
Sermide e Felonica. Scattate perquisizioni domiciliari in tutta Italia. Per tutti l’accusa di ricostituzione del partito fascista
SERMIDE E FELONICA. Fiamma Negrini, consigliere comunale eletta a Sermide e Felonica con 343 volti (il 10,42%), il padre Claudio ed altri 7 esponenti nazionali fondatori del Movimento Fasci italiani del lavoro sono indagati per ricostituzione del partito fascista. Contestate la violazione della cosiddetta Legge Scelba e della XII disposizione finale della Costituzione italiana che non consentono la rinascita del disciolto partito mussoliniano, anche sotto altre forme. Eseguite dai carabinieri otto perquisizioni domiciliari da Palermo, a Verona, a Bologna e Rapallo (Ge) nel corso delle quali sono stati sequestrati documenti relativi all’attività del movimento. L’inchiesta è seguita dal capo della Procura di Mantova Manuela Fasolato. Nei prossimi giorni i difensori degli indagati presenteranno una memoria difensiva.
L’indagine ha preso le mosse dalla elezione in consiglio comunale di Fiamma Negrini, 20 anni, figlia dello storico esponente locale del Movimento fasci italiani del lavoro, Claudio. Elezioni sulla quale è intervenuta la presidente della Camera Laura Boldrini invitando il ministro dell’Interno marco Minniti ad una vigilanza sulla legittimità dell’elezione. La commissione elettorale circondariale che ha validato l’accettazione della lista, che nel proprio simbolo contiene il fascio repubblicano, è stata sciolta dal prefetto. La lista dei fasci si è presentata a Sermide per la quarta volta dal 2002, anno nel quale è stata per la prima volta accettata alla competizione elettorale.
Oltre ai due Negrini, gli altri indagati sono i fondatori del Movimento. Elvira Tormene di Rapallo (più volte in lista con Negrini) ed il fratello Nestore (nel frattempo deceduto); Sergio de Biasio e Simone Grazio, entrambi di Verona, Pasqua Lombardo di Bologna, Marco Piraino di Palermo, ex esponente di Fascismo e Libertà ed oggi referente del centro studi mussoliniani “Il covo”, oltre che della Biblioteca fascista di Palermo. Sempre nel capoluogo siciliano, indagato il presidente del movimento, lo psichiatra Giuseppe Ridulfo.
«Il simbolo è riconosciuto da 20 anni e così le liste, presentate in tutta Italia. Questa è un accanimento», il commento di Claudio Negrini. Che con la figlia Fiamma è difesa dall’avvocato Federico Donegatti, con studio a Lendinara (Rovigo): «Presenteremo una memoria difensiva. Il movimento certamente si rifà a temi come il corporativismo, che hanno fatto parte del fascismo. Ma non c’è assolutamente ricostituzione del partito. Siamo nel campo della libertà di espressione. Considerando anche il fatto che il simbolo non è il fascio littorio, ma quello repubblicano. Purtroppo stiamo assistendo ad una caccia al fascista nei confronti di persone democratiche e di un consigliere ventenne democraticamente eletto dai cittadini di Sermide e Felonica».
Francesco Romani
«Fascisti? No, democratici». Il movimento si difende
Sermide e Felonica. Dopo l’apertura dell’inchiesta da parte della Procura. La Negrini non si dimetterà dal consiglio. Solidarietà dalle forze di destra
SERMIDE E FELONICA. «Noi rispettiamo e rispetteremo sempre le regole democratiche. Siamo ben lontani dal voler sovvertire le istituzioni». Claudio Negrini, indagato con la figlia Fiamma e altri sette esponenti nazionali e fondatori del Movimento Fasci italiani del lavoro per ricostituzione del partito fascista, dà la sua versione. Assicura che la figlia Fiamma, eletta in consiglio comunale e ora entrata in due delle quattro commissioni, «è serena e tranquilla. Non pensa di certo alle dimissioni».
Il terremoto giudiziario e mediatico nel quale sono finiti non sembra scalfire le loro convinzioni. «Seguiremo lo sviluppo dell’inchiesta con la massima serenità. Abbiamo ricevuto moltissimi messaggi di solidarietà. La prima azione messa in atto con il nostro avvocato Federico Donegatti è stata quella di querelare il quotidiano La Repubblica, che ha accesso i riflettori sulla questione simbolo l’11 giugno, ad urne aperte».
Il tema è caldissimo e rilanciato da tutti media dello Stivale. Sulle presunte nostalgie del Ventennio, però, Negrini taglia corto. «Qui nessuno ci ha votato per il colore della camicia, ma per la nostra posizione su argine, piscina, aree verdi. In tanti, evidentemente, erano stanchi delle promesse. Mi dispiace solo per la comunità di Sermide e Felonica. Un paese piccolo che non meritava di finire in questo tritacarne mediatico».
Oltre all’inchiesta giudiziaria, sul piatto resta il ricorso presentato al Tar da due cittadini sermidesi, Luigi Franceschini e Giulio Zangherati, nel quale si contesta la proclamazione degli eletti fatta dal Comune.
«Il risultato di un elezione va sempre accettato, credo che il loro sia un enorme autogol. Al loro posto non l’avrei mai fatto, mi sembra un modo di agire poco democratico. In 334 ci hanno dato fiducia, noi non indietreggiamo».
Negrini, intanto, incassa l’appoggio della galassia dei movimenti di destra. Pensa ad azioni eclatanti il commissario federale di Mantova della Fiamma Tricolore Pier Giorgio Sganzerla. «Sono disposto anche ad autodenunciarmi – commenta -, visto che ho dato una mano al Movimento dei fasci in questi anni. Abbiamo offerto loro il nostro appoggio, ma sono convinto che tutto finirà in una bolla di sapone. Non c’era nessuna volontà di commettere reati». Sganzerla chiude andando al contrattacco. «Dal 2002 ad oggi nessuno si è accorto di niente, ora tutto questo. Dov’era il procuratore della Repubblica? Perché si è mosso solo adesso? A mio avviso si dovrebbe procedere per reato di omissione».
Matteo Sbarbada