Fonte:
Democratica
Autore:
Emanuele Fiano
Neofascismo, le ambiguità dei Cinque Stelle
Neofascismo, M5S ignobili
Il fascismo non è un’idea, è un crimine: così parlava Giacomo Matteotti, poco prima di essere assassinato dai sicari del regime, così spiegava al mondo, la differenza tra un’idea, e la negazione della libertà delle idee. La nostra Costituzione sancisce nella 12 disposizione finale il divieto di ricostituzione del Partito fascista, e così facendo questo testo scritto a salvaguardia e fondamento della libertà organizzata in un sistema democratico, indica che non si può permettere la coesistenza con un pensiero e con un partito che aveva come fondamento la negazione della libertà e della democrazia. Per questo sin dal 1952, con Legge ordinaria, a prima firma Scelba, l’Italia si dotò di un preciso divieto oltre a quello già previsto nel testo costituzionale, prevedendo un reato per “chiunque promuova od organizzi sotto qualsiasi forma,la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.” Più avanti, nel 1993, , un’altra Legge, la cosiddetta Mancino, contribuiva a completare il quadro delle condotte, in questo campo da punire, prevedendo condanna per chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, o chi incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Sin qui la storia. Ma c’è un presente. Il presente è soprattutto un continente, il nostro, dopo 10 anni di crisi economico-finanziaria, dopo anni di politica europea improntata all’austerity con ferite nel tessuto sociale, note a tutti e dove il congiungersi con il fenomeno epocale dell’immigrazione, diviene terreno di coltura fertile, per il rinascere e la crescita delle peggiori ideologie di estrema destra, razziste, neofasciste o neonaziste. In tutt’Europa. Per questo, per non chiudere gli occhi di fronte a questo, di fronte ai compleanni in onore di Hitler, alle spiagge mussoliniane di Chioggia, alle centinaia di pagine web dove i discorsi dei gerarchi nazisti vengono propagandati senza filtro a centinaia di migliaia di persone, come soluzione ai problemi di oggi. Per questo il Pd ha proposto l’inserimento nel codice penale, di un divieto chiaro di propaganda fascista e nazista, che estenda alle modalità contemporanee della comunicazione questo reato. A chi invoca in queste ore, la libertà di pensiero nel nostro ordinamento, a chi ignobilmente come i Cinque Stelle, sostiene che vietare la propaganda fascista sia un atto liberticida, rispondo con il lungo dibattito che ha accompagnato, quel testo costituzionale, la Legge Scelba e la Legge Mancino, un dibattito che ha sancito, oltre ogni dubbio che le azioni e le condotte che propagandano, o esaltano l’ideologia fascista o ideologie comunque razziste e discriminatorie costituiscono reato nel nostro paese. La libertà non offre casa a chi la vuole negare o magari sopprimere. A maggior ragione oggi, che così immane ci pare il compito di dare soluzione allo spostamento di masse così ingenti di popolazione nel mondo, e non solo nel ricordo di coloro che per mano del fascismo furono uccisi è necessario dire basta all’indifferenza, verso chi ancora professa idee di violenza, sopraffazione, discriminazione o fascismo.