Fonte:
Corriere Fiorentino
Autore:
Chiara Calcagno
L’ira delle comunità ebraiche fa slittare la mozione
Arezzo e il caso dell’omaggio ai «Viva Maria». La lettera: «fermatevi». Il sindaco rifletteremo
AREZZO Una lettera di sdegno delle comunità ebraiche e la decisione sul caso Viva Maria viene rimandata. Doveva essere discusso ieri in Consiglio comunale l’atto di indirizzo presentato da Egiziano Andreani, consigliere della Lega nord, per l’intitolazione di una piazza interna alla Fortezza, all’insurrezione della comunità aretina contro i francesi del 1799. Il movimento popolare però, propagandosi poi in altre parti della Toscana e del centro Italia, portò all’uccisione di 13 ebrei senesi. «Un orrendo rogo in Piazza del Campo sotto l’albero della libertà», ricorda la nota siglata dalla presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni e da Dario Bedarida, presidente della Comunità ebraica di Firenze. La lettera, recapitata ieri al sindaco Alessandro Ghinelli e al presidente del Consiglio comunale Alessio Mattesini, prosegue con una forte e decisa presa di posizione da parte della comunità ebraica. «Qualora l’amministrazione dovesse procedere nella direzione indicata dal consigliere Andreani si renderà quindi responsabile di un atto che riteniamo gravissimo e vi chiediamo di fermare questa ed ogni simile iniziativa. Il nostro futuro in questo Paese è possibile solo se si mantiene vivo e chiaro il ricordo della reale storia e si agisce con conseguente coerenza». Andreani, promotore dell’iniziativa, ha così deciso di far slittare la discussione e il voto alla prossima seduta. «Mi è dispiaciuto tutto quello che è stato detto e scritto negli ultimi giorni — ha dichiarato —. Abbiamo avuto un incontro con la comunità ebraica dove ci siamo confrontati e abbiamo portato la nostra documentazione e non sono emersi fatti storici nuovi. Richiedo comunque che l’atto possa essere posticipato per dar tempo alla comunità scientifica di riunirsi nuovamente. Mi rendo anche disponibile a nuovi incontri con la comunità ebraica e ad organizzare un convegno dove poter discutere le varie tesi e motivazioni. Ma, ogni argomento, dovrà essere accompagnato da documentazione storica». Sorpreso dei toni anche il sindaco Alessandro Ghinelli: «Da quello che risulta non ci furono morti per mano degli aretini, di membri della comunità ebraica ed è interesse anche nostro distinguere il moto insurrezionale che liberò la comunità dal dominio francese, dagli orribili atti che, nel giugno dello stesso anno, vennero commessi a Siena. In ogni caso non vogliamo offendere la sensibilità di nessuno e per questo è giusto prendere ulteriore tempo per approfondire la questione e confrontarci». Niente di fatto dunque. Il dibattito, soffocato dieci anni fa e tornato attuale nei giorni scorsi, resta ancora aperto.