Fonte:
Il Giornale
Autore:
Alberto Giannoni
Festival con gli antisemiti
e l’imam dei bimbi-martiri
Ma il «ministro» 5 Stelle va
L’ex Sel Scotto si sfila, il grillino Di Stefano ci sarà Per un ospite «Bin Laden ha riacceso la scintilla»
Non è un gran giorno ma è il giorno in cui, ad Assago, si celebra il cosiddetto «Festival della solidarietà» con il popolo palestinese, che qualcuno a Milano ha già ribattezzato il «tour dell’odio», vista la presenza di alcuni personaggi discutibili, collocabili per gli esperti nell’universo dei Fratelli musulmani, o comunque protagonisti di dichiarazioni antisemite. In linea con questo clima, il logo di una delle associazioni promotrici, che cancella Israele dalla mappa geografica del Medio oriente, ma anche lo slogan dell’evento è tutto un programma: «La Palestina ci unisce e a Gerusalemme ritorneremo». Un contesto a dir poco imbarazzante. E infatti smentisce la sua presenza, annunciata nel manifesto, l’ex capogruppo di Sel (oggi in Mdp) Arturo Scotto: «Non sarò presente all’iniziativa – scrive – e non capisco perché il mio nome sia finito sul volantino, visto che non ho mai dato il mio assenso». Conferma invece la partecipazione Manlio Di Stefano, capogruppo in commissione Esteri dei 5 Stelle e in caso di vittoria ministro «in pectore» dei grillini. Di Stefano ieri su Facebook ha parlato di un «attacco spietato» che «una certa parte di stampa sta portando avanti» nei suoi confronti e che sarebbe motivato dalla novità di «un gruppo politico libero di dire e proporre ciò che crede essere la soluzione migliore per le crisi internazionali». Si riferisce probabilmente alla sua linea verso Israele, enunciata al «Manifesto»: escludere sanzioni «in questo momento», ma indurre l’Europa a chiedere: «Vuoi dialogare con noi alla pari? Allora non puoi fare certe cose, altrimenti con noi non dialoghi». Comprensibile che fra gli ebrei di Milano serpeggi una certa inquietudine. Ieri, d’altra parte, il Festival ha celebrato le prime due tappe, a Verona e a Brescia, dove la «star» era Riyad AlBustanji, di cui si è molto parlato quando ha condotto la preghiera del Ramadan all’Arena. Venne fuori che in una precedente intervista tv aveva inneggiato al «martirio» religioso e rivelato di aver portato sua figlia a Gaza per imparare dalle donne palestinesi come si allevano i figli al «jihad». E gli altri ospiti, individuati dallo staff del professore Lorenzo Vidino (direttore di un progetto di studio sull’estremismo alla George Washington University) sono l’algerina Samira Douaifia, «legata ai Fratelli musulmani, attivista della Women’s Gaza Flotilla», Abdallah Sanaan, «imam a Medina, molto legato agli eventi dei Fratelli musulmani in tutta Europa». E ancora il tunisino Abdelfattah Mourou, «fra i fondatori del Tunisian Islamic Tendency Movement, oggi conosciuto come Ennahdha Party». E infine il saudita Mohamed Moussa El Shereif, «storico» e predicatore, che in un video avrebbe definito gli ebrei come «nemici di Dio, della fede e del profeta» e in un articolo – per gli esperti – ha rimproverò a Bin Laden gli attacchi nei Paesi musulmani, lodandolo però per aver «riacceso la scintilla del jihad nelle anime».