14 Marzo 2017

Il Consiglio della Comunità ebraica torinese approva all’unanimità un testo dove «esprime la sua viva preoccupazione per l’ipotesi che il Senato Accademico, convocato per domani, martedì 14 marzo, deliberi l’interruzione dei rapporti di collaborazione scientifica tra l’Università degli Studi di Torino e il Technion di Haifa.»

Fonte:

Moked.it

Torino, la nota della Comunità ebraica

“Università, la libertà della ricerca

prevalga sull’oscurantismo”

Tra i vari punti all’ordine del giorno della odierna riunione del Senato Accademico dell’Università di Torino anche una proposta presentata dal Consiglio degli Studenti in cui si chiede l’interruzione dei rapporti di collaborazione tra l’ateneo stesso e il Technion di Haifa (nell’immagine).

Approvato a larga maggioranza dal Consiglio studentesco – 16 voti favorevoli, cinque contrari – il documento chiede all’ateneo torinese “di prendere pubblicamente posizione contro le violazioni per parte israeliana della legislazione internazionale e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, di non intessere relazioni con tutti quei soggetti, pubblici o privati, che contribuiscano o traggano beneficio dalle violazioni della legislazione internazionale da parte israeliana e dai loro contatti con le forze armate israeliane”.

A tal proposito il Consiglio della Comunità ebraica torinese ha approvato ieri e all’unanimità il seguente testo, inviato al magnifico rettore dell’Università: “La Comunità ebraica di Torino esprime la sua viva preoccupazione per l’ipotesi che il Senato Accademico, convocato per domani, martedì 14 marzo, deliberi l’interruzione dei rapporti di collaborazione scientifica tra l’Università degli Studi di Torino e il Technion di Haifa. Siamo fiduciosi che i principi della libertà della ricerca e della cooperazione tra istituzioni accademiche dei Paesi democratici, che da sempre ispirano l’Università di Torino, prevalgano sull’oscurantismo di chi intende isolare le libere e avanzate istanze della ricerca scientifica e della cultura espresse dalla società israeliana”.