Fonte:
La Repubblica edizione di Roma
Autore:
Federica Angeli
Odio e violenza sui social così l’ultra destra recluta giovani a scuola e sul web
Affiliati dall’estrema destra: “Ci protegge”
La destra mi aiuta a liberare la mia rabbia. E poi mi proteggono quelli di destra: se qualcuno mi fa angherie loro gli fanno del male». «Della destra mi piace la violenza e la guerra agli immigrati». C’è un esercito di giovanissimi, dal centro alla periferia romana, attratto dalla “destra”, identificata in una galassia di simboli e aree. Le idee storico culturali non sono ben delineate «ma basta che andiamo a menare qualcuno», dice Matteo, 16 enne di Torbellamonaca. Di “ideali” o di progetti neanche a parlarne. Perchè in molti dei ritrovi della frastagliata destra extraparlamentare, ad eccezione del Fronte della Gioventù, si ascolta solo musica e si pianificano raid. «Ti ha preso in giro? Ora la pagherà», tanto basta a far leva sugli adolescenti, nell’assenza di punti di riferimento di un epoca vuota. Il viaggio nel mondo dei giovani vicini a movimenti come Forza Nuova, Casa-Pound o Fronte della Gioventù comincia nelle ore in cui 7 ragazzini del Fdg vengono arrestati per tentato omicidio nel corso di una rissa in piazza Cavour dello scorso ottobre. Malgrado il motivo che ha originato il pestaggio non abbia una matrice politica, il dibattito sui social dei ragazzini diventa un’arena in cui i commenti oscillano tra «dovevano ammazzare quella zecca» ( riferito al 16enne finito in ospedale, ndr) a «certo se era negro era meglio». Il paradosso è che proprio dalla sezione del Fronte della Gioventù di via Ottaviano sono arrivate le critiche più aspre per l’accaduto. «Noi condanniamo l’uso delle violenza ma soprattutto l’uso di coltelli – spiega Federico Cocco, responsabile della sezione storica – Non sono questi i valori che insegnamo ai giovani che frequentano la nostra sezione anche se molti hanno strumentalizzato politicamente questo episodio. Qui vengono 300 ragazzi e i dibattiti che facciamo sono sulla politica, reading sulle notizie di giornale e letture di libri come l’Odissea». Quello che invece accade in altre sezioni, ad esempio di CasaPound, è decisamente diverso. A raccontarlo è un ragazzo di 17 anni che dopo l’iniziale infatuazione si è allontanato dal circolo di Roma ovest. «Mi sono avvicinato a loro perché dei miei compagni di classe facevano parte di Casa-Pound, erano in quel giro insomma. Avevo litigato con ragazzi della scuola, un gruppo di sinistra e loro sono stati gli unici che mi hanno difeso subito. Non solo sui social ma anche fuori da scuola con la loro presenza, facevano capire che non ero solo e che non si dovevano più permettere di attaccarmi». Quindi l’adolescente ha cominciato a frequentare la sezione di Cp del suo quartiere. «Lì c’erano degli addetti a reclutare persone e a mettere i volantini di notte e se lo facevi eri visto bravo e ti sentivi importante, perché avevi un compito». Poi l’allontanamento. «Non si facevano mai discorsi politici seri, il motto è: “Ora riconquistiamo tutto; ci riprendiamo il potere a cominciare dalle scuole; se c’è la mafia è colpa dei comunisti”, ma poi quando ho sentito che ridevano perché uno di loro aveva aggredito un pizzaiolo egiziano senza motivo ed erano tutti esaltati da questa cosa, ho deciso che non sarei più andato». Cosa attrae della destra? «La rabbia. Ti capiscono e ti fanno sentire grande e forte insieme a loro», a rispondere ora è una quindicenne di Centocelle. A dare la misura dell’espansione del fenomeno destra a Roma sono le relazioni delle forze di polizia che monitorano i gruppi sul territorio. «In generale, l’estrema destra continua ad essere caratterizzata da una perdurante polverizzazione in formazioni alquanto eterogenee, frutto della carenza di strategie politiche condivise e di un efficace coordinamento delle attività nei territori». In questo scenario, si distinguono le due formazioni numericamente più consistenti e «maggiormente strutturate come CasaPound Italia e Forza», racconto le relazioni ministeriali. Mentre però le progettualità di CP, si caratterizzano per la ricerca di partnership con formazioni di spessore istituzionale (il referente è la Lega Nord) la proposta di Forza Nuova mira ad aggregare in un fronte unitario le sigle d’area nazional-popolare. «In tale quadro, ove Forza Nuova cerca di attrarre, nella propria sfera di influenza, la base militante del disciolto Msi-Dn, si colloca la creazione del Fronte dei Nazionalisti che nel 2015 ha riunito Fiamma Tricolore, Forza Nuova e il Movimento Sociale Europeo». E sull’onda di una rabbia generazionale le destre, seppur spacchettate, continuano a fare proseliti.