Fonte:
Corriere della Sera edizione di Milano
Autore:
Piergiorgio Lucioni, Marco Mologni
La divisa e il vigile da cambiare
Se lo scandalo è la divisa — e lo è — si ha il dovere di essere sinceri. Quella indossata peggio dal comandante Piacentini non mostra i sinistri fregi da «Hauptscharführer», ovvero maresciallo maggiore della «Freiwillige Division Wallonien», formazione paramilitare nazista, quanto quella che porta le insegne e i gradi della polizia municipale del Comune di Biassono. Il capo dei vigili della cittadina brianzola ha postato su Facebook una foto che lo ritrae con l’uniforme della divisione fedele a Hitler accompagnata dal concetto che «se ripristinassimo le Ss, risolveremmo tanti problemi». Sono seguite le scuse più goffe e le polemiche più roventi. La dissociazione dei gruppi antifascisti e di tutte le persone dotate del bene dell’intelletto. «E stata una leggerezza», sostiene Piacentini, fornendo attestati di antifascismo cristallino, assicurando che episodi analoghi non accadranno più e ammettendo una passione sfrenata per le divise che lo ha portato sulla strada cattiva del web. Goliardia, insomma. Resta da capire se tanta spensieratezza è consentita a un pubblico ufficiale della Repubblica. Lo stesso sindaco leghista di Biassono è intervenuto a censurare il suo comandante minacciandone la rimozione. Il responsabile dell’amministrazione ha dimostrato di avere le idee chiare, non ha certo bisogno di suggerimenti Lo sa da sé che, invece di ripristinare le Ss, per risolvere almeno uno dei problemi del suo Comune basterebbe un semplice cambio. Quello al vertice dei vigili.
P.L.
Il vigile e le Ss «Chiedo scusa al sindaco»
«Nazista io? Guardi, neanche un po’, ho vestito pure i panni di partigiano». Giorgio Piacentini, 55 anni, è comandante della polizia locale di Biassono diventato famoso in tutta Italia per aver postato su Facebook una sua foto in cui indossa la divisa di ufficiale delle Ss. Un gesto stigmatizzato dall’Anpi di Monza e Brianza e che ha suscitato la protesta della comunità ebraica di Milano.
Crede nella libertà e nella democrazia?
«Altroché. Ci ho sempre tenuto a partecipare alle manifestazioni del XXV aprile a Biassono con la divisa della polizia locale».
E allora, come le è venuto in mente di vestirsi da ufficiale nazista?
«Una leggerezza molto grave, lo riconosco. Faccio parte dei The Green Liners, associazione che organizza rievocazioni militari con divise storiche. Un amico mi ha chiesto: ti sei mai vestito da gerarca nazista? Certo, gli ho risposto. E ho aggiornato il mio profilo Facebook, pubblicando quella foto. Non da ufficiale delle Ss, preciso, ma da «Hauptscharführer», il maresciallo maggiore della «Freiwillige Division Wallonien», unità volontaria dell’esercito tedesco nella Vallonia».
Lo rifarebbe?
«Certo che no. Ho sottovalutato il fatto che, anche da privato cittadino, resto il comandante dei vigili e dunque ho delle responsabilità civiche e istituzionali. Ci terrei però ad aggiungere qualcosa che per me è importante».
Prego.
«Sono appassionato di storia e le nostre rievocazioni in divisa non sono solo folklore. Hanno anche un aspetto pedagogico: aiutano i giovani a fare in modo che certe pagine della storia non si ripetano più».
E perché ha sostenuto che il ritorno delle Ss potrebbe essere utile?
«È una battuta. A volte, di fronte al caos e alla mancanza di disciplina che si incontra ogni giorno, si può essere tentati di scoraggiarsi. Ma certo, un agente della polizia locale non può permettersi di dire certe cose».
Il sindaco è andato su tutte le furie. Già nel 2014 un video ritraeva i ghisa locali impegnati in alcuni balli in mutande sulle scrivanie del comando.
«Allora io ero in servizio a Mesero. Per la divisa nazista, invece, mi sono scusato con il sindaco, la giunta e i cittadini. Non la indosserò mai più. Nemmeno per scherzo».
M.M.