2 Dicembre 2016

Antisemitismo in Kosovo

Fonte:

www.mosaico-cem.it

Autore:

Davide Foa

Il Kosovo alle prese con l’antisemitismo

Il Kosovo e in generale i paesi balcanici sono finiti al centro di una recente inchiesta sull’antisemitismo. Pare infatti che nella regione ci sia un ampia diffusione di libri antisemiti tradotti e ristampati appositamente in albanese per risvegliare nella popolazione il sentimento d’odio anti-ebraico.

Recentemente è intervenuto lo stesso presidente del Kosovo, Hashim Thaçi, il quale ha prontamente stabilito il divieto di vendita e distribuzione di libri anti-semiti nel suo paese.

Come si legge su Ynet, il tutto nasce dalle proteste mosse da Ido Daniel, direttore dell’associazione Israeli Student Combating Antisemitism (ISCA).

Daniel si trovava nella capitale del Kosovo, Pristina, invitato dal governo per partecipare ad una conferenza su come combattere il razzismo.

Camminando per le vie principali della città, si è imbattuto in una serie di bancarelle e librerie che esibivano in bella vista svariati libri di matrice antisemita tradotti in albanese; tra questi non mancavano ovviamente varie edizioni del Mein Kampf.

Sconvolto non solo dalla quantità dei libri di tal genere ma anche dalla tranquillità con cui questi venivano esposti nelle vetrine così come sui banchi dei venditori da strada, Daniel ha deciso di rivolgersi al Ministero della Pubblica Sicurezza del Kosovo denunciando il fatto.

Inoltre, assieme a Shimon Samuels, responsabile per le Relazioni Internazionali del Centro Simon Wiesenthal, Daniel ha deciso di inviare una lettera ufficiale al presidente del Kosovo.

I suoi sforzi si sono rivelati tutt’altro che vani, dal momento che dopo poco è arrivata la risposta di Thaci appunto: “Posso assicuravi che ho ordinato alle autorità competenti di fare immediata chiarezza sull’accaduto e di prendere tutte le necessarie misure per evitare la diffusione di un odio in chiara violazione della costituzione”.

Da qui, la seguente decisione di vietare la vendita di qualsiasi libro che richiami all’antisemitismo. Tanto di cappello al presidente Thaci, nella speranza che la legge venga rispettata.