8 Settembre 2016

Reportage sul “medico” antisemita Ryke Geerd Hamer

Fonte:

Il Secolo XIX

Autore:

Niccolò Zancan

Ecco dove Hamer “cura” il cancro con le sue vitamine

«Ogni giorno è un via vai di persone malate, fa leva sulla disperazione»

Sandefiord (Norvegia). Anche sulla cassetta della posta c’è scritta una menzogna. «Dottor medico Ryke Geerd Hamer. Rettore Università di Sandefjord. Nuova medicina germanica». Ma il signor Hamer non è un dottore. Non lo è più dal 1986, quando è stato radiato dall’ordine dei medici tedeschi per truffa. E non lo è nemmeno qui in Norvegia, dove si è rifugiato per scappare ad un mandato d’arresto per istigazione all’odio fra i popoli. Questa non è neppure un’università, a ben guardare. È un’abitazione privata. Un cottage sulla collina davanti a un piccolo fiordo, 120 chilometri a sud di Oslo. Strada Sandkollveien 11: due vecchie Mercedes posteggiate in giardino sul lato destro, un camper sulla sinistra, un grosso cane libero che abbaia a chiunque passi nei paraggi. Avevamo chiamato per sapere se l’ex dottore ricevesse ancora dei pazienti a casa. Ci aveva risposto la signora Bona Garcia, moglie in seconde nozze di Ryke Hamer: «Per un mese il dottore è in vacanza. Sarà disponibile ai primi di ottobre. Per qualsiasi problema urgente potete scrivere alla casella di posta amici-diryke@…». Il problema urgente è che tutti quelli che credono alle teorie non scientifiche del falso medico Ryke Geerd Hamer continuano a morire. Anche se con la medicina tradizionale, facendo ricorso alla chemioterapia, magari avrebbero avuto buone probabilità di guarigione. Come negli ultimi due casi in Italia, la settima scorsa. Una mamma di Rimini. Ed Eleonora Bottaro di Padova,18 anni compiuti da un mese. D’accordo con i suoi genitori, seguaci del metodo Hamer, è morta cercando di curare la leucemia con la vitamina C. Ecco perché siamo qui. Perché vorremmo chiedere al signor Hamer cosa ne pensa della scelta di Eleonora. Se si sente responsabile. Se conferma che a suo avviso la chemioterapia servirebbe per impiantare microchip nei pazienti e controllarli a distanza. Se conferma che, a suo avviso, gli ebrei non farebbero ricorso a questo tipo di trattamento, mentre lo riserverebbero al resto del mondo. Se conferma che Israele e le logge massoniche sarebbero all’origine della diffusione del cancro. Le finestre di casa sono aperte, tendine bianche. Ci sono due pale per la neve appoggiate vicino alla porta, legna accatastata. Il grosso cane abbaia ai nostri passi, ed esce la signora Bona Garcia impugnando una telecamera: «Non parliamo con nessuno. Non abbiamo niente da dire. Andate via!». Riprende noi, che fotografiamo lei. Alle tre del pomeriggio, il signor Hamer è sulla sua veranda a prendere il sole. Pantaloni neri, una polo azzurra larga. Si alza di scatto per chiudersi dentro casa. Passa un vicino che lo conosce bene. «È già venuta una televisione tedesca a cercarlo qui – spiega – allora ho letto sul web la storia del signor Hamer. Ogni tanto lo vedo camminare avanti e indietro con il cane al guinzaglio. Spesso ho visto persone entrare ed uscire dalla sua casa. Persone pallide, malate, molto provate nel fisico. È qualcosa di davvero triste, quando si fa leva sulla disperazione». Sull’altro versante della piccola strada collinare, si incontra il laboratorio di oggetti di arredamento della signora Irene Narvik. «Ho visto il signor Hamer quando si è trasferito qui sei anni fa – spiega – perché è venuto a comprare i bicchieri per casa. Poi ho trovato nella buca una sua lettera per smentire le notizie pubblicate dal quotidiano locale. C’era scritto che erano nemici della verità». L’articolo in questione era stato pubblicato dal quotidiano Sanderfjords Blad, a firma di Sigurd Oie. È un collega molto esperto e gentile, ma ancora adesso non ama parlare dell’argomento. Perché la sua foto è stata usata dal signor Hamer sui vari siti della cosiddetta nuova medicina germanica, proprio alla voce: «Nemico della verità». Un comportamento che nessuno aveva mai azzardato da queste parti. Che cosa aveva scritto di tanto sconveniente, il giornalista Oie? Aveva riportato il verdetto del tribunale civile di Sanderfjord, che rigettava il ricorso del signor Hamer per ottenere la riabilitazione alla professione medica. Ecco le motivazioni firmate dal giudice Charlotte Fladmark: «Il ricorrente è inadatto a praticare la medicina, sulla base di un comportamento irresponsabile. A scapito delle terapie riconosciute aveva usato un trattamento alternativo chiamato nuova medicina tedesca. Si astiene costantemente dell’uso della medicina riconosciuta e, secondo il ricorrente, la chemioterapia sarebbe la causa di morte per milioni di pazienti ammalati di cancro. A giudizio del Tribunale, il ricorrente negli anni trascorsi dalla revoca dell’abilitazione in Germania non ha cambiato le sue opinioni sui trattamenti. Sussiste quindi ancora il rischio di una pratica medica irresponsabile». Il sito del signor Hamer, oltre a mettere in mostra «i nemici della verità», pubblicizza i suoi libri, cd e teorie. Si può comprare in cinque lingue: italiano, spagnolo, francese, polacco e tedesco. Si può sentire l’ultima intervista promozionale, dal titolo: «La repressione della conoscenze della nuova medicina germanica». Questo è un piccolo stralcio: «Gli ebrei sono gli unici ad applicare la medicina germanica e sopravvivono quasi tutti, mentre miliardi di pazienti non ebrei sono macellati a morte. Odio queste persone. Per me sono assassini di massa». Non ci sarebbe una valida ragione per essere qui, dietro a questo delirio, se non fosse per quelle persone fragili e disperate che ancora oggi continuano a salire verso il cottage di strada Sandkollveien. A Sandefjord vivono45 mila persone. Tutto è in ordine, preciso. Arrivano navi da crociera, partono pescatori di aragoste. In piazza c’è la pasticceria «Bakeri 1879». Quasi tutti i giorni verso l’ora di pranzo, seduto ai tavolini davanti alla fontana in pieno sole, c’è anche un signore di 80 anni scappato alla giustizia del suo Paese. Dice a tutti di essere il dottor Hamer. Dice il falso.