Fonte:
Community Security Trust - www.mosaico-cem.it
Autore:
Stefania Ilaria Milani
Londra: nel 2016 atti antisemiti in crescita del 62%
Nei primi sei mesi di quest’anno atti violenti legati a motivi antiebraici sono saliti dell’ 11% in tutta la Gran Bretagna, con uno sconvolgente +62% per Londra.
Questi dati, pubblicati in una relazione della Community Security Trust (organizzazione istituita al fine di salvaguardare la comunità ebraica nel Regno Unito), mostrano che tra gennaio e luglio sono stati segnalati 557 casi in UK, di cui 379 solo nella capitale, contro i 500 dei primi sei mesi del 2015. Le rilevazioni effettuate a maggio (125 episodi) e giugno (112) risultano essere, rispettivamente, la quarta e la sesta peggiori dal 1984, ovvero da quando si cominciarono attività di monitoraggio.
E per quanto riguarda, nel dettaglio, i quartieri londinesi? Si è assistito a ben 117 attacchi registrati a Barnet (zona con la maggiore concentrazione ebraica del paese), 40 a Hackney, 35 a Camden, 31 a Haringey, 28 a Westminster e 20 in Redbridge.
Inoltre, si ricorda che un quarto degli incidenti a livello nazionale si è verificato tramite i social media, “strumento essenziale per chi odia gli ebrei” secondo il CST.
Ambra Rudd, ministro degli Interni, ha dichiarato: «Condanno questo deplorevole incremento e prometto che continuerò a lavorare a fianco delle forze dell’ordine e con la comunità ebraica per garantirne la totale sicurezza».
David Delew, amministratore delegato di CST, ha affermato che tale aumento «giunge proprio quando divisione, intolleranza e pregiudizio sembrano essersi insidiati all’interno delle nostre vite.
Per invertire questa tendenza, ormai nuova normalità, si richiede un reale fronte comune dei partiti politici, oltre al fatto che le società di social networks si prendano la loro parte di responsabilità».
La charity, comunque, si mostra prudente circa l’attribuzione di cause dirette, pur notificando che l’atmosfera che ha caratterizzato l’inizio di quest’anno ha di certo contribuito ad accrescere il fenomeno.
Infatti, dal rapporto firmato CST si evince che «il periodo Aprile-Giugno 2016 ha visto il dibattito pubblico inglese concentrato, soprattutto in relazione al partito laburista, su razzismo ed estremismo religioso. Alcuni personaggi pubblici ebrei, vedi politici e attivisti studenteschi, sono diventati il bersaglio di vere campagne vessatorie fatte di abusi e molestie dentro e fuori internet. È possibile che una combinazione di questi fattori, piuttosto che un singolo evento di innesco, abbia contribuito ad un aggravamento complessivo del numero di attentati antisemiti».
Andy Burnham, ministro ombra del Labour: «Lavoro da sempre per aprire la strada alla lotta contro ogni forma di odio o preconcetto, ma vengo ostacolato da un esiguo gruppo di deputati in parlamento».
Qualche ulteriore precisazione: le tipologie di reato di cui stiamo parlando variano tra minacce fisiche e verbali, violazione e danno di proprietà privata e la circolazione di materiale negazionista; circa l’80% sono stati perpetrati da adulti, otto attentati su dieci da parte di uomini; anche all’interno di scuole e campus l’ostilità verso gli ebrei è più che raddoppiata (da 11 segnalazioni nel 2015 a 27 nel 2016).
Sebbene di motivazioni apparenti ne siano state fornite in meno della metà dei casi, tra quelle rese note spiccano senza dubbio appartenenza a movimenti di estrema destra, riferimenti al sionismo e alle politiche mediorientali, la questione islamica.
Così un portavoce di Shomrim (corpo di pattuglie di volontari non armati formate da civili ebrei, molto diffuse sia nel mondo anglosassone che negli USA, che aiutano la polizia locale a contrastare furti – vandalismo – aggressioni e a ritrovare persone scomparse): «Non abbiamo registrato, fortunatamente, episodi di particolare rilievo, a differenza dell’anno scorso, tuttavia attacchi isolati accadono ogni giorno. Ora la comunità ha più fiducia nel sistema giudiziario e nel fatto che gli agenti prenderanno sul serio eventuali denunce».