Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Pierluigi Battista
L’efficacia del sabotaggio contro l’app antisemita
L’ idiozia antisemita, sempre la stessa, rinnova però sempre le sue forme per manifestarsi. Il web, Internet, i social sono un moltiplicatore formidabile di minacce e informazioni. Allargano la platea degli energumeni che hanno voglia di scagliarsi contro gli ebrei, creano legami e canali di comunicazione tra quelli che coltivano l’ossessione antiebraica e che odiano Israele soltanto perché si chiama Israele. Adesso una nuova app, messa su da un gruppo di dementi, è stata concepita per individuare e indicare al pubblico ludibrio con nome e cognome i singoli ebrei da intimidire e forse colpire. Stava sullo store di Google Chrome, che si è affrettata a rimuoverla. Molti ebrei avevano deciso addirittura di sabotarlo mettendo tantissimi nomi per far saltare il meccanismo delatorio. Resta il fatto che un minuscolo gruppo di farabutti riesce con un niente e con un minimo sforzo a ottenere l’ascolto da un palcoscenico senza frontiere, senza controlli, senza confini. Una specie di globalizzazione tecnologica dell’idiozia antisemita. L’odio per gli ebrei è un fertile terreno per incanalare frustrazioni, ignoranza, intolleranza. Ciò che si svolgeva nel chiuso ammuffito delle case in cui si covavano rancori e veleni oggi può trovare una diffusione istantanea e capillare. Gli oscuramenti tardivi non sono molto efficaci. Misure repressive risulterebbero inefficaci, oltreché velleitarie e di difficilissima applicazione. Resta probabilmente l’efficacia del sistematico sabotaggio dei sabotatori, la possibilità di scassare il gioco neutralizzandolo come hanno fatto gli ebrei fingendosi seguaci dell’app. Entrare nei loro meccanismi, distruggerne le potenzialità, fare uscire gli antisemiti dal loro guscio per annullare il loro discorso dell’odio, facendo saltare la macchina dell’odio, mettendo il sarcasmo dove si coltiva l’odio. Non facendogliene passare una.