Luogo:
Milano
Fonte:
la Repubblica edizione di Milano
Autore:
Zita Dazzi, Simone Bianchin
Insulti antisemiti dopo la partitella poi pugno in faccia a un ragazzo ebreo
Via Soderini, gruppo di scout con la kippah aggredito dai giovani italiani del quartiere
Non avevano fatto altro che giocare a calcetto per poi andare a rinfrescarsi alla fontana. Come fanno tutti i ragazzi del mondo, dopo una partita su un campo in terra battuta, in un pomeriggio afoso. Solo che quei ragazzi al campo Olimpia di via Soderini 47, zona Frattini, avevano sul capo la kippah, la papalina di stoffa che indossano spesso gli ebrei praticanti. E questo è bastato a scatenare gli insulti di un altro gruppo di ragazzi, tutti italiani, che hanno cominciato ad inveire urlando «ebrei di m.» ai coetanei che stavano ancora in campo. I giovani scout della comunità ebraica sul momento hanno fatto finta di niente, senza rispondere alle ingiurie e alle provocazioni. Erano abbastanza tranquilli anche quando sono usciti poco dopo dalla recinzione del campetto, che si trova a poca distanza dalla sede della comunità ebraica. Ma qui ad attenderli hanno trovato di nuovo il gruppo di giovani del quartiere, che dalle parole è passato agli spintoni e alle botte. L’episodio è avvenuto domenica pomeriggio ed è stato registrato anche dalla pattuglia della polizia di Stato che in quel momento stava nei pressi della struttura sportiva. Pattuglia che è riuscita ad intervenire quasi subito a fermare il pestaggio, anche se non a individuare il 15enne che ha steso con un pugno un giovane della comunità ebraica di Roma, ospite a Milano, colpito al volto. L’ambulanza chiamata subito per i soccorsi ha medicato sul posto il 16enne, che non ha voluto andare in ospedale e al momento non ha sporto denuncia. Nel rapporto steso dagli agenti della volante si parla degli insulti a sfondo antisemita che tutti i ragazzi scout ebrei hanno riferito. «Purtroppo ogni tanto questi episodi avvengono —commenta il presidente della comunità ebraica Raffaele Besso — . Chi è ebreo e indossa qualche capo che individua la sua identità, rischia. Per fortuna il nostro quartiere è ben presidiato dalle forze dell’ordine, che controllano nei pressi della scuola e della comunità, oltre a continuare a girare per le strade. Ma anche questo non basta ad avere la sicurezza completa». Il ragazzo ferito dal pugno è rientrato a Roma e non commenta i fatti, come i suoi amici, che sono molto spaventati e sorpresi dell’aggressione, in quello che hanno sempre considerato il “loro” quartiere. La polizia sta cercando di individuare il giovane aggressore, che dai racconti dei testimoni pare esser già stato notato per i suoi comportamenti aggressivi verso altri abitanti. A poca distanza da dove è avvenuta l’aggressione di domenica, davanti a un ristorante kosher di via San Gimignano, il 12 novembre venne aggredito Nathan Graff, 40 anni, anche lui riconosciuto per la kippah, genero del rabbino Hetzkia Levi. Graff venne ricoverato all’ospedale Niguarda con sei ferite, provocate da coltellate alla schiena, al volto, alla gola e a un braccio. Anche in quel caso non si riuscì ad identificare l’aggressore. «Chiediamo alle forze dell’ordine di mantenere alta la sorveglianza sul quartiere, che come si vede da questi episodi è a rischio», commenta il presidente Besso.