22 Maggio 2016

Napoli, polemica tra due candidati sindaci sulla «questione palestinese»

Fonte:

Il Mattino edizione di Napoli

Autore:

Pietro Treccagnoli

Lettieri-DeMa, botta e risposta su Abu Mazen

La questione palestinese al centro della polemica. E la città resta ancora sullo sfondo

Probabilmente c’è un equivoco sulla definizione di Napoli come città cosmopolita. Soprattutto in tempo di elezioni comunali, quando tutto fa brodo pur di non discutere delle reali necessità amministrative. Di solito i candidati se la cavavano con promesse iperboliche che non facevano la differenza e nemmeno la differenziata. Da qualche giorno s’è colta la palla al balzo per una stucchevole polemica usata come arma di distrazione di massa. Nientedimeno i due aspiranti più quotati per il ballottaggio si stanno azzuffando su un annoso tema che da oltre mezzo secolo tiene imbrigliata la diplomazia internazionale: la questione palestinese. Questione per questione, fosse stata quella meridionale, anch’essa assai abusata, l’avremmo capito, ma che Luigi de Magistris e Gianni Lettieri si becchino come capponi su Abu Mazen, Gaza e le patenti di terrorismo dimostra come s’è stracciato anche quel velo di pudore che, dinanzi alle domande sul «che fare?» a Napoli, faceva snocciolare il solito imbarazzante paraustiello. Neanche quello. L’ultimo scontro, dopo il caso sollevato dalla Federazione Italia-Israele sull’attivista filopalestinese Rosa Schiano, candidata nella lista Dema, è direttamente tra i concorrenti alla poltrona di Palazzo San Giacomo. In una conferenza-stampa, Lettieri aveva definito Abu Mazen come un terrorista Il sindaco, da tempo, ha insignito il presidente dell’Autorità Palestinese della cittadinanza onoraria di Napoli e non s’è tenuto la definizione. Ha replicato secco: «Non ho parole. Penso che Lettieri sia ormai fuori controllo sotto ogni punto di vista perché un candidato a sindaco di Napoli che si permette di definire terrorista il Capo di uno Stato che ha ricevuto il Papa a Betlemme, in una delle giornate più emozionanti che da sindaco ho vissuto, ritengo sia incommentabile». Come sempre accade, la polemica ha tracimato sui social, dove il conflitto arabo-israeliano per gli utenti italiani, soprattutto italiani, è un tema sul quale ci si accanisce come una questione di vita e di morte, con battibecchi violenti degni di miglior causa. A rafforzare le parole del sindaco è intervenuta pure la Comunità palestinese di Napoli con una pungente nota di protesta. «Abbiamo interessato l’Ambasciata palestinese» scrivono i rappresentanti della Comunità «affinché intervenga presso le autorità competenti. L’ignoranza di fatti e persone dimostrata da Lettieri in questa circostanza dovrebbe spingerlo ad informarsi adeguatamente prima di esprimersi su argomenti di rilevanza internazionale che, evidentemente, non conosce». E aggiungono: «Basta poco, signor Lettieri, basta leggere i giornali, anche soltanto quelli della sua parte politica per sapere che Abu Mazen e il rappresentante legale di un popolo che da mezzo secolo è sotto occupazione militare. E evidente che le sue affermazioni non vanno nel solco tracciato da Papa Wojtyla e da Papa Francesco nel costruire ponti fra i popoli del Mediterraneo». Come si rimedia? «Non deve fare altro che ammettere di aver detto una stupidaggine e scusarsi pubblicamente innanzitutto con le centinaia di cittadini palestinesi che vivono da anni nella nostra città». Lettieri, si era comunque già premurato di spiegare l’incidente, definito un «refuso». Una nota del Comitato del candidato del centrodestra chiarisce che già a margine della conferenza stampa di qualche giorno fa, Lettieri stesso aveva spiegato ai giornalisti che il suo era stato un errore e aveva chiesto che non fosse preso in considerazione. «Tanto è vero che nessun organo di stampa il giorno dopo ha riportato una notizia che non c’è» aggiunge lo staff dell’imprenditore «solo ora, a distanza di giorni, qualcuno prova a tirarlo fuori per vergognose strumentalizzazioni. Dunque nessun caso». E addirittura rilancia: «Sappiamo che non arriveranno le scuse di De Magistris, così come non sono arrivate parole di solidarietà verso i nostri ragazzi aggrediti da suoi supporter. Lui è fatto così, non ama la verità, ma solo fomentare lo scontro e alimentare le tensioni. È l’unico modo che ha per non far parlare dello stato disastroso della città dopo 5 anni di sua amministrazione. Non vorremmo che questa strumentalizzazione servisse al sindaco per spostare l’attenzione dai violenti delle sue liste e, inoltre, strizzare l’occhio a quelle frange estremiste di cui si è circondato e che sono dichiaratamente a sostegno dei terroristi di Hamas». Distrazione di massa o distanza dai problemi reali? Agli elettori piacerebbe sentire piuttosto qualche argomentazione sulla Striscia di Barra e quella di Gaza o sulla Cispiscinola e non sulla Cisgiordania. I più maliziosi hanno già capito che parlare del Medio Oriente e mettersi avanti con i lavori verso il destino levantino che si aspetta.