Fonte:
il Manifesto
Autore:
Guido Caldiron
Nuovo fenomeno hooligan, casual e islamofobo
Dalla Francia la chiamata alla «gioventù europea», le autorità belghe vietano il raduno
L’appuntamento è fissato per il prossimo sabato pomeriggio nella piazza principale di Molenbeek con uno slogan che per una zona dove vivono diverse decine di migliaia di musulmani si presta a inevitabili, e voluti, fraintendimenti provocatori: «Fuori gli islamisti dall’Europa!». Génération Identitaire, la formazione più consistente dell’estrema destra francese, che a Bruxelles è legata al gruppo Nation più volte coinvolto in aggressioni ai danni di migranti e clochard, ha lanciato via social un appello «alla gioventù europea» per una manifestazione nel quartiere presentato come «il simbolo di una guerra che non si combatte a Palmira o Mosul, ma tra le mura di casa nostra». Dopo aver scandalosamente consentito che il giorno di Pasqua poco più di 400 hooligan marciassero fino al cuore di Bruxelles per minacciare e aggredire i partecipanti a una manifestazione per la solidarietà e contro il terrorismo cui prendevano parte anche molte famiglie musulmane, le autorità annunciano ora che «nessun raduno estremista sarà consentito sabato a Molenbeek». Più probabile che in luogo della «grande manifestazione europea» annunciata ci sia un’iniziativa numericamente non troppo rilevante ma dagli esiti imprevedibili dato il contesto già carico di tensioni in cui si inserisce. Del resto, i gruppi dell’estrema destra puntano tutto sull’ipotesi che le nostre società implodano in una sorta di guerra di civiltà a bassa intensità. Ciò che si è visto nelle strade di Bruxelles: i supporter razzisti di diverse squadre del campionato belga riuniti per l’occasione sotto la sigla di Casuals Against Terrorism dove il casuals sta per lo stile meno appariscente adottato per sfuggire ai con- trolli anti-hooligan intorno agli stadi, con contorno di passamontagna, fumogeni e saluti fascisti, e gli slogan «siamo a casa nostra», «we are the belgian hooligans» (in inglese) e «fotti l’Isis», evoca da questo punto di vista un fenomeno che sta emergendo in tutto il nord Europa. Vale a dire il tentativo di una nuova politicizzazione del mondo hooligan, dopo l’importante investimento in questo senso operato dalla destra radicale tra gli anni Ottanta e Novanta, stavolta in senso smaccatamente anti-musulmano. Il primo segnale in questa direzione è arrivato non a caso dalla Gran Bretagna, dove il razzismo e la violenza scacciate manu militari dalla Premier league hanno da tempo conquistato le serie minori e perfino i campionati amatoriali. Fin dal 2009 la English Defence League che ha riunito soprattutto tifosi di estrema destra delle squadre più note, ma anche delle équipe di provincia, ha definito la rotta organizzando manifestazioni nei quartieri dell’emigrazione musulmana a cui hanno preso parte anche migliaia di persone. Nel 2010, a Bradford, uno di questi raduni si è concluso con ore di scontri con la polizia e i giovani pakistani locali. L’Edl non si è limitata a condurre una campagna sistematica contro i musulmani in patria, ma ha sostenuto anche la formazione di simili movimenti in altri paesi, come la Dutch Defence League sorta ad Amsterdam e che appoggia esplicitamente Geert Wilders, il leader xenofobo e anti-islamico alleato in Europa di Le Pen e Salvini. Un gruppo analogo, la Ligue française de defense o Ligue 732 è nato tra i supporter del Paris Saint Germain. ll paese dove questa tendenza è però emersa negli ultimi anni, mentre il peso dell’Edl diminuiva nel Regno Unito anche a causa di conflitti interni, è la Germania, dove il cosiddetto circuito degli HoGeSa, «hooligan contro i salafiti», ha per molti versi anticipato l’arrivo sulla scena di Pegida, di cui ha finito per diventare poi una delle componenti «non ufficiali». Numerosi i casi di manifestazioni violente organizzate da questo network a Colonia, Amburgo e Hannover negli ultimi tre anni.