Fonte:
la Repubblica edizione di Roma
Il promo del prof negazionista. “Io assolto”
Un altro caso di cronaca ha riguardato Giovanni Sebastiani, per 3 mesi nel 2008 presidente di Atac
Non ho nulla da nascondere», dice Antonio Caracciolo, 65 anni, ricercatore di Filosofia del diritto alla Sapienza, candidato alle Comunarie del M5S. Nel 2009 sulle sue posizioni che negavano la Shoah, «una leggenda su cui esistono solo verità ufficiali non soggette a verifica storica e contraddittorio», si scatenò una polemica che lo portò davanti al Consiglio Universitario Nazionale per un procedimento disciplinare.
Da quella vicenda, scrive, «sono stato prosciolto nel gennaio 2010 con formula piena». C’è anche lui tra i 200 aspiranti candidati del M5S per il Campidoglio. E non è il solo che, nel corso degli anni, si 6 guadagnato qualche titolo di giornale. Per tutt’altro motivo, una ribalta mediatica è toccata anche a Giovanni Sebastiani, 50 anni, manager con una lunga esperienza nei trasporti, nel 2008 per tre mesi presidente “fantasma” di Atac, nominato con ordinanza sindacale ( mai ratificata dall’assemblea della municipalizzata) da Gianni Alemanno. Una promozione per il dirigente già amministratore unico di Officine grandi revisioni che venne poi scalzato dalla nomina di Massimo Tabacchiera Nei 2 minuti di video, Sebastiani rivendica il suo ruolo di «tecnico» e le sue battaglie contro i «poteri forti» e le «ritorsioni gravissime» che per questo ha dovuto subire.
Ma è sul professor Caracciolo che si concentrano le polemiche maggiori. Il suo caso finì sui giornali e lui stesso rivendica ancora oggi nel suo curriculum di presentazione quelle posizioni: «Ero e sono contrario a ogni legge sul “negazionismo”». Nel 2009, esprimeva su alcuni siti ripresi poi anche dall’estrema destra, dubbi su Auschwitz, sul numero di morti e sospendeva il giudizio «in attesa di prove certe o di un mio personale ed informato convincimento».
Tre anni fa, da attivista del MoVimento, si attirò diverse critiche proprio per queste sue posizioni. Oggi Caracciolo tenta il salto dal web fino all’Aula Giulio Cesare.
Nella sua “dichiarazione d’intenti”, oltre a dare conto del suo proscioglimento davanti al Consiglio universitario nazionale se la prende con i media «non hanno voluto dare nessuna notizia di questa mia assoluzione, mentre prima si erano tutti accaniti nella denigrazione: per questo da allora “odio” il mondo della carta stampata e delle televisioni, ma anche certi giudici e certi personaggi». Conscio, probabilmente, che i temi di cui si fa portatore sono decisamente “divisivi” annuncia: «A beneficio dei miei elettori, posso rispondere tranquillamente e serenamente su questa materia a chiunque fra essi avesse domande da farmi». (m.fv.)