Fonte:
Il Messaggero
Il rabbino Di Segni contesta la visita: «Qui non vogliamo i negazionisti»
Roma. È intollerabile che mentre un intero apparato è impegnato a mantenere la memoria della Shoah, questa viene fatta passare in seconda scena dalla celebrazione dei negazionisti». Lo ha detto ieri il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, rispondendo a una domanda sulla visita a Roma del presidente iraniano Hassan Rohani, durante la presentazione del libro “Eravamo ebrei” di Alberto ed Ester Mieli. «Così come dobbiamo dire che la Shoah c’è stata, dobbiamo dire che non c’è spazio per i negazionisti, anche se ci fanno fare molti affari», ha concluso il rabbino. Stesse parole da parte di Ruth Durghello, presidente della Comunità ebraica di Roma: da parte nostra, ha detto Durghello, c’è grande preoccupazione rispetto a questa visita in Italia del presidente iraniano, in larga parte per le tante dichiarazioni dello stesso Rohani nei confronti non solo degli ebrei, ma soprattutto di Israele. Mi riferisco alle posizioni negazioniste dell’Olocausto, tanto più gravi se si considera che siamo alla vigilia del Giorno della Memoria. In realtà Rohani non si è mai espresso nei confronti della Shoah come il suo predecessore Ahamdinejad, negazionista radicale: «Io non sono uno storico – affermò Rohani rispondendo a una domana sulle posizioni di Ahmadinejad e quando si tratta di parlare del dimensioni della Shoah, sono gli storici che devono considerare la cosa. Ma in generale posso dire che, per quanto ci riguarda, ogni crimine contro l’umanità che accade nella storia, compreso il crimine commesso dai nazisti verso gli ebrei così come verso non ebrei, è riprovevole e condannabile. Quale che sia l’azione criminale commessa contro gli ebrei, noi la condanniamo. Togliere la vita è spregevole, e non fa differenza se è una vita ebraica, cristiana o musulmana, per noi è lo stesso».