Fonte:
Moked.it
Autore:
Rachel Silvera
Ucraina, il sindaco dell’odio
Piccoli ma preoccupanti i segnali, da contestualizzare nella complessa realtà Ucraina – da anni al centro di tensioni e capovolgimenti – che richiamano l’attenzione della comunità ebraica ucraina e la spingono a tenere alta la guardia.
Dopo il fenomeno di Jobbik in Ungheria, Alba dorata in Grecia, e l’arresto in extremis dell’avanzata del Front National francese, è infatti il partito ucraino di estrema destra Svoboda a prendere il centro della scena. Nonostante la significativa diminuzione dei suoi sostenitori dal 2012 al 2014 (si è passati dal 10,45% al 4,71 %), Svoboda continua a far parlare di sé in negativo. Tra le fila del gruppo fondato nel 1991, spiccano le scelte estreme di Artem Semenikhin, sindaco di Konotop, città a nord del paese. Semenikhin non nasconde i propri nostalgici sentimenti neonazisti e a due mesi dalla sua elezione desta già polemiche.
Nella sua macchina, per esempio, ha deciso di mettere in bella mostra la combinazione di numeri 14/88 che nella simbologia nazista richiamano alla supremazia dei bianchi oltre a rappresentare il saluto ad Hitler. Ma non solo; il neo-sindaco ha deciso di sostituire nel suo ufficio la foto del presidente attuale Petro Poroshenko con quella di Stepan Bandera, storico capo della organizzazione dei nazionalisti ucraini e collaborazionista dei nazisti durante la Seconda guerra mondiale. La foto di Semenikhin, in tenuta militare, davanti al ritratto circola già in rete sui diversi social network. Lo stesso politico si sarebbe inoltre rifiutato di sventolare la bandiera ufficiale della città perché avrebbe una stella a sei punte. “È triste ma assai reale il momento in cui degli antisemiti vengono eletti nei governi locali, con sindaci che promuovono odio e intolleranza” ha commentato Eduard Dolinsky (nell’immagine), direttore generale dell’Ukrainian Jewish Committee. “Konotop – aggiunge – è un caso esemplare”.
Dall’inizio del mandato, Semenikhin si è inoltre rifiutato di prendere posizione e scusarsi per le feroci azioni contro gli ebrei avvenute durante la Seconda guerra mondiale, vaneggiando che queste sarebbero state una risposta alla tremenda carestia di Holodomor (orchestrata da Stalin contro i contadini ucraini) e sostenendo che la colpa fu in larga parte attribuibile agli ebrei. Un tema già tirato in ballo in passato proprio da Eduard Dolinsky che ha denunciato il capo del Servizio di Sicurezza ucraino Valentyn Nalyvaichenko, ritenuto responsabile della pubblicazione anni fa di una lista di presunti responsabili di Holodomor nella quale comparivano esclusivamente cognomi ebraici. “La comunità è sotto choc – ha spiegato l’attivista Igor Nechayev al Jerusalem Post – Sono sotto choc perché non avrebbero mai creduto che sarebbe accaduto in questa di città”. E in effetti Konotop ha una storia che la lega fortemente alla presenza ebraica: prima della Shoah, gli ebrei presenti erano quasi 4000, vent’anni dopo scesero a 1600. A darne un affresco pittoresco della sua evoluzione nell’800 fu Pauline Wengeroff autrice di Memoirs of a Grandmother: Scenes from the Cultural History of the Jews of Russia in the Nineteenth Century nel quale racconta il suo suggestivo arrivo in città. Oggi un po’ meno accogliente.