12 Novembre 2015

Offese razziste durante una partita di calcio di serie D

Fonte:

la Repubblica edizione di Roma

Autore:

Giuseppe Scarpa

“Negro, fai schifo” e sul campo di calcio nessuno interviene

Le offese all’avversario durante una partita di serie D

La vittima è un giocatore di origine brasiliana

L’episodio è avvenuto

nel 2012 durante

la sfida tra le squadre Valle

Aurelia e Olimpia Roma

«Negro di merda, brasiliano puzzi», è stato offeso dal primo minuto fino alla fine della partita di calcetto. La vittima degli insulti xenofobi ha incassato le provocazioni per tutti i 90 minuti senza fiatare, poi si è infilato negli spogliatoi ha svestito la divisa, ha indossato una tuta e si è diretto dai carabinieri per denunciare lo spiacevole episodio. Lo show razzista sarebbe andato in scena in una partita del campionato di serie D. Ora il presunto autore degli insulti a sfondo etnico rischia il processo per diffamazione aggravata dall’odio razziale. Se l’uomo verrà rinviato a giudizio lo deciderà il gup alla prossima udienza fissata per il tre febbraio. Nel frattempo, però, si registra l’ennesimo caso di razzismo nel mondo del pallone. Certo non si tratta del palcoscenico sfavillante della serie A, è pur sempre una sfida di calcetto di un campionato minore, tuttavia ad assistere al match c’erano una ventina di persone, compresi anche dei bambini. E’ il 7 dicembre del 2012 quando le due squadre della Valla Aurelia e dell’Olimpia Roma si affrontano in un campetto nella periferia romana. Un giocatore dell’Olimpia inizia però a punzecchiare l’allenatore/calciatore della squadra avversaria, un brasiliano amico stretto dell’ex centrale della Roma, Aldair. Il presunto provocatore e la vittima sono seduti in panchina ad appena otto metri di distanza: «Fai schifo, tornatene nel tuo paese», gli dice una prima volta. L’altro non risponde e continua a dare indicazione ai suoi uomini in campo. «Negro di merda», aggiunge in seconda battuta. Sarà questa la colonna sonora» di tutta la partita senza che nessuno intervenga per zittire il provocatore. E ancora: Fai schifo, puzzi». Tra l’altro i due quel giorno, non si erano affrontati in campo, non c’era stato, perciò, nessun contatto di gioco, tunnel, dribbling o pallonetto che potesse lontanamente “giustificare” una reazione tanto rabbiosa. E cosi di quella partita rimane impressa, ancora oggi, nei ricordi del brasiliano, la faccia torva del calciatore avversario che gli vomita addosso una quantità sconclusionata d’insulti. Gli dava, tra l’altro, in continuazione del “negro”, sebbene la vittima sia di carnagione chiara. Al giudice, il prossimo tre febbraio, spetterà appunto stabilire se rinviare a giudizio o meno l’uomo. L’avvocato di parte civile, Carla Serra, e il suo assistito hanno le idee chiare e oltre ad “un’esemplare condanna” chiedono un risarcimento per danni morali da trentamila euro. È una vicenda allarmante — spiega il legale della parte lesa, l’avvocato Carla Serra — insulti proferiti durante una competizione sportiva che hanno turbato il mio assistito. Spero che venga fatta giustizia». Convinta, invece, che il suo assistito è innocente è il legale dell’indagato, Arianna Monti: «Non si sa chi sia stato realmente a pronunciare quegli insulti razzisti. Il giudice ha disposto un’integrazione probatoria per individuare il colpevole che — sottolinea l’avvocato Monti — sono certa non è il mio assistito».