Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Fabrizio Caccia
Bufera su Tavecchio: «Se ne deve andare»
Il numero uno della Federcalcio sotto accusa per l’audio delle sue frasi omofobe e antisemite La comunità ebraica divisa, molte richieste di dimissioni. La difesa di Giovanardi no al linciaggio
ROMA Non gli bastava la battuta sconcia su «Opti Pobà» che mangiava le banane. E neppure quell’altra sulla donna nel calcio «soggetto handicappato». Il presidente Carlo Tavecchio ci ricasca e stavolta il suo agghiacciante umorismo a sfondo razzista, catturato nel colloquio registrato con il direttore di SoccerLife nel giugno scorso, ha preso di mira ebrei e omosessuali. L’immobiliarista Cesare Anticoli, 87 anni, definito un «ebreaccio». E ancora: «Gli omosessuali? Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me. Io sono normalissimo…», così scherzava al telefono Tavecchio. Risultato? Una nuova bufera s’abbatte su di lui. Durissima su Twitter la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che ne invoca con forza le dimissioni: «Nel calcio non può esserci spazio per antisemitismo, razzismo e omofobia. Lo sport italiano dovrebbe pretendere un passo indietro». E come lei s’indigna il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna: «Le indecenti affermazioni antisemite e omofobe del presidente della Federcalcio costituiscono un fatto gravissimo e un danno d’immagine immenso per la credibilità dello sport nazionale e delle sue istituzioni. Un nuovo passo falso che mi auguro porti chi di dovere a fare le più opportune riflessioni». Sembra un coro unanime. Perentorio, l’imprenditore Lapo Elkann: «Sono una vergogna le parole antisemite di Carlo Tavecchio. Lo sport deve unire le religioni e nazioni e soprattutto chi lo rappresenta ha il dovere di farlo. Sempre». Arriva un tweet al vetriolo dal deputato (ex Pd) Stefano Fassina: « Le sue ricorrenti affermazioni razziste, omofobe, maschiliste sono inaccettabili. Il governo intervenga per dimissioni». Ed ecco il tweet di Clemente Mimun, direttore del Tg5: «Neri, ebrei, gay… ma alla Federcalcio non si dovrebbe parlare di pallone? Il calcio italiano ha bisogno di una nuova guida». «Quante gaffe ci vorranno ancora prima che la Federcalcio si dia un presidente culturalmente accettabile?», è il quesito che pone Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, ex deputato e oggi presidente di Gaynet. «Non passa giorno — osserva — che non venga alla luce ciò che Tavecchio pensa di gay, lesbiche ed ebrei». Tuona pure il deputato Roberto Caon del partito Fare! di Flavio Tosi: «Le istituzioni, dal presidente del Coni Giovanni Malagò al presidente del Consiglio Matteo Renzi, non possono continuare a far finta di nulla e lasciare che il vertice della Figc metta in imbarazzo l’Italia intera con la sua ignoranza». Eppure, tra gli ebrei italiani, c’è chi dissente e la pensa come l’ambasciatore Naor Gilon: «In Israele Carlo Tavecchio è considerato un eroe, per essersi schierato contro la mozione palestinese che chiedeva alla Fifa l’esclusione delle squadre israeliane», dice Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia, l’organizzazione sportiva ebraica. Così Riccardo Pacifici, oggi membro del comitato esecutivo dell’Israeli Jewish Congress, preferisce parlare solo di una «battuta infelice». E in Parlamento, in difesa di Tavecchio, si schiera convinto Carlo Giovanardi, senatore del centrodestra: «Vengono chieste le dimissioni del presidente Figc, talmente antisemita che è difeso dall’ambasciatore di Israele e dal presidente del Maccabi Italia, mentre si scatenano contro di lui le solite lobby gay. Prima di linciarlo, si chiarisca bene l’accaduto».