1 Novembre 2015

Affermazioni antisemite ed omofobe pronunciate dal presidente della Federcalcio

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Federica Seneghini

Insulti contro ebrei e omosessuali

Tavecchio: non ricordo, è un ricatto

In una registrazione audio del sito Soccerlife le nuove frasi choc del presidente della Figc

La sede della Lega Nazionale Dilettanti? Comprata da quell’«ebreaccio» di Anticoli. «Non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada». E poi: «Tenete lontano da me gli omosessuali». Sono le parole pronunciate dal presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio durante un colloquio con Il quotidiano online Soccerlife lo scorso giugno, di cui il Corriere della Sera è venuto in possesso. Lui si difende: «Sono evidentemente vittima di un ricatto, non ricordo le parole usate in quella conversazione, che potrebbe essere manipolata». Il numero uno di via Allegri non è nuovo a gaffe e insulti. Basta ricordare quella misogina sulle «donne handicappate nel calcio» e quella razzista su «Opti Pobà e i neri mangiatori di banane». Poteva finire lì. Tavecchio avrebbe potuto imparare qualcosa dai propri sbagli. E invece dall’uomo che rappresenta il calcio italiano nel mondo arrivano ora affermazioni — l’audio si può ascoltare sul sito del Corriere — antisemite e antigay. Uno dei bersagli è Cesare Anticoli. Il «famoso immobiliarista romano», come lo definì proprio Tavecchio tempo fa all’Ansa, che vendette nel 2008 un piano del palazzo di piazzale Flaminio 9, a Roma, alla Lnd, presieduta allora da lui stesso. Parlando con il giornalista Massimiliano Giacomini, direttore di Soccerlife, Tavecchio usa parole forti («ebreaccio»), si giustifica («non ho niente contro gli ebrei») e poi, sollecitato dall’interlocutore, conclude, citando a sproposito lo scrittore Umberto Eco (che nei suoi scritti intendeva esattamente il contrario) che gli ebrei, si sa, «è meglio tenerli a bada». Parole troppo forti per non essere pubblicate secondo Giacomini, meglio ancora se sul Corriere, per dare loro una cassa di risonanza maggiore. Alla domanda sul perché il file sia venuto fuori solo ora, il giornalista ha spiegato di essersi accorto tardi degli insulti riportati qui sopra, contenuti in numerose ore di registrazione. Poco dopo, durante lo stesso colloquio, il successore di Giancarlo Abete sulla poltrona più importante della Figc, parlando di un ex dirigente della commissione antidoping, si lascia andare così: «Ma è vero che è omosessuale? Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me. Io sono normalissimo». Interpellato dal Corriere sulle affermazioni dell’audio, Tavecchio ha spiegato: «Sono vittima di un ricatto. Ho incontrato una persona che conosco da tempo, alla quale non ho concesso, come invece chiedeva, finanziamenti per la sua attività editoriale e la possibilità di utilizzare la Federazione come veicolo per ottenere contributi europei. Ho ottimi rapporti con la Comunità ebraica, non solo di natura sportiva, e ho sostenuto la posizione di Israele nell’ultimo Congresso della Fifa. Ogni tentativo di screditarmi e calunniarmi attraverso metodi illeciti, che rispondono a metodologie oggi purtroppo assai diffuse, sarà perseguito nelle sedi opportune». Tavecchio — 72 anni, ex dirigente di banca, sindaco dc per quattro mandati e 19 anni a Ponte Lambro — non è nuovo agli scivoloni. A cominciare dalla frase sugli extracomunitari mangiabanane. Che, l’anno scorso, fece il giro del mondo e quasi gli costò l’elezione allo scranno più alto della Federcalcio. «L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare», disse il 25 luglio 2014, il giorno della sua candidatura alla guida della Figc. «Noi, invece, diciamo che Opti Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio». Un’uscita che scatenò un polverone e si trasformò in un caso politico, con i partiti divisi tra chi ne chiedeva l’immediata uscita di scena e chi lo difendeva strenuamente. Ma non impedì al ragioniere brianzolo — super-amico di Lotito — di essere eletto alla guida di via Allegri, pochi giorni dopo. Lui confessò poi di non essersi nemmeno accorto di avere pronunciato la parola «banane». Gli uscì così, per errore. Per poi aggiungere, poco dopo, un’altra gaffe: «L’assassino di Kennedy non ha subìto quanto me». Nove giorni dopo l’elezione, l’Uefa aprì un’inchiesta disciplinare per «presunti insulti razzisti». Conclusasi in una sospensione di sei mesi, giudicata da molti insufficiente, e che non mise in questione, come sottolineato dalla Figc, la sua «rappresentatività internazionale». Senza dimenticare la frase sulle calciatrici, pronunciata ai microfoni di Report: «Noi siamo in questo momento protesi a dare una dignità anche sotto l’aspetto estetico della donna nel calcio. Finora si riteneva che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio sulla resistenza, sul tempo, sull’espressione atletica. Invece abbiamo riscontrato che sono molto simili». Una scivolata a cui fecero eco — a maggio — le frasi di Felice Belloli, successore di Tavecchio alla guida della Lnd, sulle «quattro lesbiche», contenute nel verbale pubblicato su Soccerlife e riprese da mezzo mondo.