22 Settembre 2015

Aumentano i voti per il partito neonazista greco “Alba Dorata”

Fonte:

Il Manifesto

Autore:

Guido Caldiron

Alba Dorata aumentano i voti per i neonazisti

Sono l’unico partito che cresce in numero di voti. Quando nel 2012 fecero il loro rumoroso ingresso nel parlamento di Atene avevano raccolto poco più di 430 mila consensi, ora hanno superato di un soffio il mezzo milione, sfiorato complessivamente il 7% e portato a quota 18, uno in più rispetto alle scorse elezioni, il drappello dei loro deputati. I neonazisti di Alba Dorata si confermano la terza forza politica della Grecia, con un risultato che rappresenta per molti versi l’equivalente in negativo della vittoria di Alexis Tsipras. Si sapeva che il perdurare della crisi sociale e dei diktat europei, ma soprattutto l’emergenza migranti che ha caratterizzato gli ultimi mesi del dibattito pubblico, avrebbero potuto giocare a favore dell’estrema destra, anche se, alla vigilia del voto, sembrava che sul piatto della bilancia potesse pesare anche altro. In particolare, il fatto che ben 78 membri di Alba Dorata, la sua intera leadership nazionale e gran parte dei suoi eletti, dopo aver già scontato per questo lunghe pene di carcere preventivo – fino a 18 mesi -, figurino in qualità di imputati nel processo per l’omicidio del rapper e militante antifascista Pavlos Fyssas. Una morte per la quale il leader dei neonazisti, Nikolaos Michaloliakos, aveva riconosciuto ai microfoni della radio nazionale la piena «responsabilità politica» a poche ore dall’apertura delle urne in quella che a molti era sembrata come una sinistra rivendicazione. Inoltre, prima di quell’assassinio del settembre 2013, gli esponenti del partito erano ospiti fissi dei talk-show più popolari, visto che il loro stile “muscolare” annunciava di trasformare in rissa, in senso letterale, ogni dibattito, provocando un balzo in avanti dello share. Ilias Kasidiaris che guida il gruppo parlamentare di Alba Dorata e ribattezzato dalla stampa internazionale «il portavoce con la svastica tatuata», si è illustrato a più riprese in aggressioni fisiche o verbali nei confronti di esponenti della sinistra. In questa campagna elettorale, invece, solo la tv pubblica Ert ha dato spazio, per obbligo istituzionale, ai meeting e alle parole d’ordine dei candidati neonazisti. Al limite della messa al bando anche per il coinvolgimento dei suoi dirigenti in numerose attività criminali, isolata sul piano politico e pressoché assente dai media, la tenuta di Alba Dorata risulta perciò ancora più inquietante. Il partito razzista è in testa nel voto dei disoccupati e alle spalle della sola Syriza in quello degli under 24. Segnali che sembrano indicare come anche al di là del successo delle posizioni oltranziste sull’immigrazione – che hanno fruttato un raddoppio dei consensi nelle isole di Lesbos e Kos, divenuta negli ultimi mesi la Lampedusa greca, e nella regione della Grande Atene, l’Attica -, il radicamento dei neonazisti cominci a farsi più articolato. A detta di Dimitris Keridis, docente di Scienze Politiche dell’Università di Atene, «questo partito non incarna più soltanto un sintomo della crisi greca, quanto piuttosto la profondità del malessere della nostra società». Per Aristides Hatzis, altro politologo dell’ateneo della capitale, «il solo fatto che il voto per Alba Dorata non abbia risentito dell’aumento dell’astensione indica un consolidamento di idee che rappresentano un pericolo e una vergogna per il paese». L’inviata del Pais, dopo aver intervistato Kasidiaris, mette in guardia da un ritorno della violenza: «Il voto ha infiammato gli animi nel quartier generale dei neonazisti: ora, per un’esibizione di forza è solo questione di tempo».