Luogo:
Milano
Fonte:
Fronte Palestina - www.frontepalestina.it
Appello alla mobilitazione: continuiamo la campagna “No Expo – No Israele”
“Fronte Palestina”, movimento antisionista vicina all’organizzazione terroristica palestinese FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina), in occasione della visita del presidente palestinese Abu Mazen all’Expo di Milano il 19 settembre prossimo, ha promosso la campagna di mobilitazione “No Expo – No Israele” ed ha diffuso un volantino Appello alla mobilitazione: continuiamo la campagna “No Expo – No Israele” denso di polemiche e di attacchi antisionisti ed antisemiti rivolti principalmente al deputato Emanuele Fiano.
Ecco il testo:
«Il 19 settembre, giornata nella quale è previsto l’arrivo di Abu Mazen all’Expo – contestualmente, nello stesso mese, alla presenza di un rappresentante israeliano – deve essere un’occasione per far sentire la nostra voce, rilanciare la lotta contro Expo e la narrazione che ci propina, opporsi alla presenza di Israele come principale partecipante alla fiera delle multinazionali, occasione in cui la Palestina che si presenta si fa relegare, invece, in un piccolo stand nella “zona arida”.
Invitiamo quindi tutti i solidali con la Resistenza Palestinese e i suoi prigionieri, gli antimperialisti, coloro che sono impegnati nell’appoggio alle resistenze dei popoli e le realtà di lotta contro Expo a costruire con noi la mobilitazione. Questo diventa un compito cui nessuno si dovrebbe sottrarre.
Perché?
L’indomabile ed eroica Resistenza Palestinese è un insegnamento rivolto a tutti gli sfruttati, gli oppressi e le classi subalterne del nostro paese per opporsi a un destino di miseria e sottomissione. Mentre l’Unione Europea e le sue istituzioni tecnocratiche impongono ai lavoratori di tutto il continente politiche di lacrime e sangue per foraggiare il sistema finanziario capitalista, trovano i fondi per finanziare l’economia di guerra del più importante stato colonialista del mondo: Israele. Sono quasi settant’anni che questo stato, in nome dell’ideologia sionista e razzista, impone un sistema di Apartheid anti-arabo e la colonizzazione della terre palestinesi. Anche le ultime, recenti, pseudo-elezioni, hanno riconfermato alla guida dell’entità sionista una giunta paramilitare, sostenuta da un blocco politico fondamentalista e coloniale, che ha come programma l’annientamento delle aspirazioni della popolazione arabo-palestinese. Un governo in perfetta sintonia con l’aggressione di un anno fa, ennesimo massacro perpetrato dai bombardamenti israeliani su Gaza che ha provocato 2.200 morti, di cui 600 bambini, e oltre diecimila feriti.
Occorre proseguire e rilanciare la campagna di denuncia della presenza sionista in Italia e nel mondo. Il 10 novembre del 1975, con la risoluzione 3379, perfino l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilì che il sionismo è una forma di razzismo, equiparabile al nazifascismo. È un terreno assolutamente da percorrere perché il progetto sionista di occupazione di spazi e potere all’interno dell’Italia non è stato né sconfitto né si è fermato. Lo dimostra chiaramente il tentativo di presentare come candidato sindaco di Milano un sionista dichiarato, sostenitore di Israele e dei crimini che ha commesso in questi decenni: parliamo del responsabile nazionale PD con delega alle Riforme e deputato Emanuele Fiano che, inoltre, dal 2005 è segretario nazionale di Sinistra per Israele. Riteniamo che i contenuti di un antifascismo reale e di una condanna forte del sionismo siano temi imprescindibili per chi crede in un vero cambiamento nel nostro paese.
Bisogna riaffermare con forza la lotta contro chi collabora, ad ogni livello, con l’occupazione della Palestina. L’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen non è nient’altro che una creatura del processo di pacificazione tra la borghesia compradora palestinese, l’entità sionista e l’imperialismo internazionale, in primis Usa e Ue. Per questo motivo, essa collabora direttamente e dichiaratamente con gli occupanti, contro la Resistenza Palestinese, incarcerandone i militanti, come già accaduto per il segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, Ahmad Saadat, rapito dai sionisti nel 2006 proprio mentre si trovava in una galera dell’Anp gestita con gli imperialisti occidentali. Il fine ultimo dell’esistenza dell’Autorità Nazionale Palestinese è essere base politica per la cosiddetta soluzione “due stati due popoli” il che significa legittimazione storica dell’occupazione e creazione di un “bantustato” palestinese, inevitabilmente succube e strumentale al progetto sionista in Palestina, in tutta la regione araba e a livello globale.
È importante denunciare e contrastare le politiche del PD, partito che in Italia sta conducendo una politica al servizio di banche e poteri forti, al servizio dell’imperialismo e del sionismo. Oltre a ridurre in frantumi ciò che rimane delle conquiste emerse dalla lotta di liberazione dal nazifascismo della quale in troppi, pateticamente, si sono riempiti la bocca durante le celebrazioni del 70°, proprio in questi giorni ha dato il colpo di grazia alla scuola pubblica, dopo aver affossato ogni tutela dei lavoratori con l’approvazione del Jobs Act. Il PD, indossati i panni dello squadrismo, il 25 aprile è sceso in piazza non per commemorare il 70° della Liberazione ma per scortare i sionisti. Infatti quel giorno a Milano a seguito dei sionisti sventolavano le bandiere del PD, anch’esse duramente contestate dalla folla, che da un lato e dall’altro della strada gridava ripetutamente slogan contro la politica guerrafondaia, di complicità con l’occupazione della Palestina e di attacco ai lavoratori portata avanti dal governo Renzi. Non ci ha sorpreso, quindi, che gli agenti dello stesso PD abbiano scortato i sionisti della Brigata Ebraica, alla stregua di guardie giurate di un’agenzia privata che scorta il portavalori. Un “gruzzolo”, il capitale sionista, che sta copiosamente innaffiando le campagne elettorali di tale massoneria, in cui la presenza di esponenti di spicco come Emanuele Fiano fa da garante sul “tesoro”, come un direttore di banca sul caveau.
È necessario contrastare l’esportazione del modello sionista anche nel suo aspetto militare e di controllo della società. Israele è una vera e propria industria della violenza con un apparato militar industriale all’avanguardia, la Palestina è un laboratorio di oppressione, Gaza un grande campo di sperimentazione e una vetrina dell’industria bellica, la Cisgiordania un laboratorio per il controllo delle masse. L’industria della repressione israeliana fa affari in tutto il mondo esportando modelli e tecnologie per la sicurezza alle frontiere e per la sorveglianza sociale oltre che per la guerra.
A sostegno della Resistenza Palestinese e di tutti i popoli che si ribellano alla schiavitù e all’oppressione, contro vecchi e nuovi fascismi, a sostegno dei prigionieri palestinesi e di tutti coloro che sono stati repressi per aver lottato contro l’Expo»