Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Stefano Montefiori
Francia, assalto al centro ebraico
Due soldati feriti a colpi di coltello
E un’azienda di Parigi mette un annuncio per la ricerca di personale «non ebreo»
Il colonnello Jean-Pierre Bedu ha potuto rivedere con calma le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza e ha raccontato nei dettagli l’aggressione all’Afp: intorno alle 14 di ieri, nel pieno centro di Nizza, all’ingresso del palazzo che ospita il concistoro ebraico e Radio Chalom, «un individuo si è avvicinato ai militari lasciando cadere un sacchetto di plastica davanti a loro, per distogliere l’attenzione. Ha estratto dalla manica un coltello e ha puntato direttamente al volto del primo soldato, forse perché si è accorto che era protetto da un giubbotto antiproiettili. Il militare è rimasto ferito al viso in modo piuttosto grave, ha un taglio molto profondo a livello dello zigomo. Il secondo soldato ha schivato molti colpi ed è stato ferito abbastanza gravemente a un braccio. Il terzo militare ha immobilizzato l’individuo gettandolo a terra nei secondi immediatamente successivi». L’individuo, racconta ancora il colonnello, aveva con sé due coltelli, e quello che ha usato aveva una lama di almeno 20 centimetri. Così si è svolto il nuovo attacco, sul quale indaga la Procura antiterrorismo, a quasi un mese dagli attentati di Parigi. L’autore ha trent’anni, ha origini maliane e si chiama Moussa Coulibaly. Il cognome è lo stesso di Amédy Coulibaly, il terrorista islamico che il 9 gennaio ha ucciso quattro ebrei nell’assalto al supermercato kosher di Vincennes. Sembra che tra i due non ci sia legame di parentela (Coulibaly è un nome comune in Mali). Secondo la radio Europe 1, l’uomo avrebbe gridato «Je suis 100% Coulibaly», ma manca una conferma ufficiale. Come nel caso dei terroristi di Parigi, anche Moussa Coulibaly era controllato dai servizi segreti. Pregiudicato per furto e violenze, nel dicembre scorso è stato notato fare del proselitismo islamico nella sua palestra a Mantes-la-Ville, alla periferia di Parigi. Alla fine di gennaio ha lasciato la capitale, il 28 gennaio si è presentato all’aeroporto di Ajaccio, in Corsica, e ha preso un volo solo andata per Istanbul, in Turchia, abituale porta di ingresso dei jihadisti diretti in Siria. La polizia di frontiera francese ha avvertito i servizi che hanno avvisato le autorità turche: all’arrivo a Istanbul Moussa Coulibaly è stato rimesso subito su un aereo verso la Francia. Qui è stato interrogato e lasciato libero. Ieri l’aggressione. I tre militari attaccati fanno parte dei circa 10 mila soldati che dopo i fatti di Parigi sono stati dispiegati su tutto il territorio nazionale a difesa dei «siti sensibili». Appartenenti al 54 reggimento di Hyères, avevano il compito di proteggere il concistoro di Nizza e la radio della comunità ebraica. Poco prima di attaccarli, Moussa Coulibaly è stato fermato da un controllore sul tram di Nizza, e multato perché senza biglietto. Era in compagnia di un uomo originario del Ciad e con passaporto canadese, che più tardi è stato arrestato e che potrebbe essere un complice. Secondo il presidente del concistoro di Francia, Joël Mergui, «è evidente che gli ultimi attentati non sono serviti di lezione e ancora meno di avvertimento agli estremisti, che continuano a prendersela con la comunità ebraica». Pochi giorni fa il Crif (Consiglio delle istituzioni ebraiche di Francia) ha diffuso cifre inquietanti: 851 atti antisemiti registrati nel 2014 contro 423 nel 2013, ossia il doppio. Ieri Sos Racisme ha presentato denuncia contro un’azienda di Parigi che nell’annuncio di ricerca personale ha messo tra i requisiti «se possibile non ebreo».