Fonte:
Il Mattino
Autore:
Antonio Menna
Lodi ai terroristi, dagli ebrei Sos all’ambasciata di Israele
In sinagoga consiglio riunito: aspettiamo le scuse
«Una vicenda che ci ferisce ancora di più perché arriva in un momento di grandissimo dolore». Sconcerto e rabbia nella Comunità ebraica di Napoli, dopo la polemica esplosa a Portici sulla scelta della curatrice di una mostra su Gaza, patrocinata dal Comune, di condividere su Facebook un post inglese che definiva «martiri» terroristi dell’attentato di Gerusalemme. Ieri sera, nella Sinagoga di via Cappella Vecchia, si è riunito il Consiglio comunitario che ha ribadito la durissima condanna per ogni forma di incitamento alla violenza e di difesa di atti terroristici.
«Si rispettano le idee di tutti ma non si può accettare che si inneggi a chi compie atti di violenza terroristica così bieca», dice Pierluigi Campagnano, presidente della Comunità ebraica di Napoli. «Siamo in un momento di grande dolore – aggiunge Valter Di Castro, coordinatore dell’Ufficio rabbinico napoletano -. La comunità ebraica intera soffre per quello che è successo a Gerusalemme. Ma a maggior ragione, proprio adesso, nel dolore, bisogna ribadire che non c’è libertà di espressione o di pensiero che possa giustificare un qualunque sostegno a chi ammazza persone inermi; persone che peraltro sono raccolte in un momento di preghiera, com’è avvenuto l’altro giorno nella Sinagoga colpita. La condanna verso chi trova qualunque giustificazione alla morte e alla violenza è netta». Sulla polemica è stata allertata anche l’Ambasciata di Israele a Roma. Nelle prossime ore potrebbe esserci una nota ufficiale di protesta della diplomazia israeliana verso la Farnesina mentre sul caso alcuni deputati di varie forze politiche hanno annunciato interrogazioni al governo.
Dalla Comunità ebraica di Napoli arriva, però, anche un segnale distensivo. La disponibilità ad un incontro nei prossimi giorni con il sindaco di Portici per costruire un momento comune di chiarimento e di confronto. «Abbiamo letto del dispiacere dell’amministrazione comunale per la polemica – dice Campagnano – in tal caso possiamo incontrarci e parlarne». Un patto di amicizia con la città all’insegna della chiarezza delle posizioni e del rispetto reciproco. «Da parte nostra c’è la massima disponibilità – conferma il presidente della Comunità ebraica – alla polemica preferiamo sempre gesti di pace e di chiarezza. Purtroppo ci ritroviamo spesso a fare i conti con posizioni di fanatismo politico che, spesso, poggiano su una conoscenza parziale dei fatti. Non tutti sanno cosa succede davvero su quei territori. C’ è anche un problema di corretta informazione. Non contestiamo nessuna opinione. Ciascuno ha il diritto di esprimersi liberamente. Ma un sindaco, un ente locale, deve saper rappresentare tutti. Il sindaco di Napoli è anche il sindaco della nostra comunità. Il sindaco di Portici deve saper rappresentare anche noi». «Io ci sono stato sotto le bombe – ricorda Valter Di Castro, che sostituisce temporaneamente il Rabbino capo a Napoli (Scialom Bahbout ha lasciato a maggio per guidare la Comunità di Venezia) – avevo quindici anni ed ero nella Sinagoga di Roma il 9 ottobre del 1982, quando un attentato uccise un bambino di due anni e ferì 37 persone. Ero lì in preghiera e mi ricordo di quella improvvisa ondata di terrore e morte. Chi inneggia a questi fatti, chi definisce martiri i terroristi, non sa di cosa parla. Trucidare persone inermi è la negazione assoluta di Dio».