5 Febbraio 2014

Il procuratore generale chiede di inasprire le pene per gli antisemiti di Stormfront

Fonte:

ANSA – Ciociaria Oggi

Stormfront, nuovo processo

Chiesto l’inasprimento delle pene per gli imputati

Antisemitismo e negazionismo, il ceccanese Diego Masin torna alla sbarra davanti ai giudici della II Corte d’Appello dove si sta svolgendo il processo di secondo grado a carico suo e di altre tre persone implicate nella realizzazione del sito internet Stormfront.

La richiesta di inasprire le condanne inflitte al termine del processo di primo grado è arrivata dal Procuratore generale Otello Lupacchini. I quattro imputati sono accusati di aver promosso e diretto un gruppo il cui fine era l’incitamento alla discriminazione e alla violenza etnica, religiosa e razziale, anche mediante la diffusione del loro pensiero attraverso il forum italiano di Stormfront. Il giudizio di primo grado terminò lo scorso 8 aprile, quando il gup Carmine Castaldo condannò con rito abbreviato a tre anni di reclusione Daniele Scarpino, milanese di 24 anni, ritenuto l’ideologo del gruppo; due anni e mezzo ciascuno per Diego Masi, 30 anni, di Ceccano e Luca Ciampaglia, 23 anni di Atri (Teramo), entrambi moderatori del forum italiano Stormfront; due anni e otto mesi per Mirko Viola, 42 anni di Cantù (Como). Il Pg, a conclusione della sua requisitoria, non ha quantificato la richiesta di inasprimento delle pene, lasciando alla Corte il compito di rideterminarle.

Secondo l’accusa, tra il 2011 e il 2012, sul forum italiano di Stormfront, attraverso l’uso di pseudonimi, avrebbero diffuso «messaggi, volantini, immagini, video e registrazioni audio, inerenti a tematiche identitarie, al negazionismo dell’olocausto, caratterizzati dalla superiorità della razza bianca, dal rancore nei confronti di chi aiuta gli immigrati, dei giornalisti che criticano coloro che plaudono alle SS, degli ebrei, dei negri, dei rom, dei nomadi, degli appartenenti alle forze dell’ordine e alla magistratura, nonché degli esponenti politici di sinistra sensibili alle esigenze degli immigrati e delle persone di altre razze».

In primo grado la sentenza di condanna è stata motivata dal Gup dalla prossimità dei quattro alla costituzione «di un gruppo operante con una struttura più ampia con le caratteristiche tipiche di movimenti che ricordano lo spontaneismo armato di alcune formazioni di estrema destra operanti in Italia a cavallo degli anni ’80». Attraverso le pagine del sito, i moderatori prendevano di mira «ebrei ed immigrati, ed incitavano alla supremazia della razza bianca e all’istigazione al razzismo e al negazionismo».

La prossima settimana, l’udienza che porterà alla sentenza. In giudizio, quali parti civili sono costituiti, tra gli altri, il ministero dell’interno, la presidenza del Consiglio dei ministri, la Comunità ebraica, magistrati, giornalisti e Roberto Saviano.