Fonte:
Il Messaggero
Dieudonné spara, fermato dalla polizia
Il comico francese finisce in gendarmeria: ha cercato di colpire gli ufficiali giudiziari che gli notificavano 65 mila euro di multa
IL CASO
Parigi Non fa più battute antisemite, ma adesso spara, Dieudonné, il comico francese i cui spettacoli sono stati vietati dal Consiglio di Stato perché in violazione «della dignità della persona». Se per il momento ha accettato di andare in scena eliminando scenette negazioniste sulla shoah, l’inventore del saluto neonazi della Quenelle continua a battersi contro la Francia, non armato della libertà d’espressione questa volta, ma di un fucile flash-ball con proiettili di gomma. Obiettivo: evitare il pagamento di migliaia di euro di multe, con annesse accuse di riciclaggio ed evasione fiscale.
LA NOTIFICA
Il comico se l’è presa con due ufficiali giudiziari che lunedì sera sono andati a notificargli cinque atti di altrettante procedure in corso contro di lui. Dieudonné però non l’ha presa bene. Ad aprire la porta della sua villa a Mesnil-Simon (poco lontano da Chartres, con campo da tennis e piscina coperta) è stata la compagna, madre di 3 dei suoi 5 figli e socia in affari, Noémie Montagne. Nonostante uno dei due ufficiali abbia giurato davanti al giudice di aver visto Dieudonné in casa (che però «non ha risposto alle sue ingiunzioni») Noémie ha assicurato che nessuno poteva firmare le ricevute e ha invitato entrambi gli agenti ad andarsene riportando con loro gli atti. Gli ufficiali hanno fatto marcia indietro, ma prima di arrivare alla macchina, hanno sentito spari e visto esplosioni di proiettili sopra il cancello d’ingresso. Immediata la denuncia e l’apertura di un’inchiesta.
LA COMPAGNA
Noémie è stata la prima a essere fermata dai gendarmi. La donna ha descritto un «assalto» dei due pubblici ufficiali, che avrebbero addirittura scavalcato il recinto della villa mettendo in allarme gli agenti della sicurezza. I due avrebbero inoltre usato toni e modi molto aggressivi. Se la donna è stata rilasciata dopo tre ore di interrogatorio, Dieudonné, è rimasto in stato di fermo fino a ieri sera, dopo un primo interrogatorio avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì durante il quale ha negato non soltanto di aver sparato, ma anche di trovarsi in casa al momento della visita degli ufficiali. I gendarmi avrebbero però già recuperato il fucile flash-ball durante una perquisizione nella villa.
I legali di Dieudonné denunciano un accanimento giudiziario e politico. Per ora il comico può riprendere i suoi spettacoli opportunamente «epurati» di qualsiasi battuta antisemita. Anche il sindaco di Bordeaux, l’ex premier Alain Juppé, ha dato il via libera alla rappresentazione, pur precisando che in sala saranno presenti dei pubblici ufficiali per verificare il rispetto delle regole. Fuori dai teatri continua però la battaglia. Svariate le inchieste aperte per «organizzazione fraudolenta di insolvibilità» (multe non pagate e centinaia di migliaia di euro trafugati all’estero) a quelle per riciclaggio di de- dinaro in Camerun, suo paese di origine. In piedi anche l’inchiesta per incitamento all’odio razziale nei confronti di un giornalista della radio France Inter, Patrick Cohen e – ultima della serie – una per ingiurie contro il suo nemico numero uno, il ministro dell’Interno Manuel Valls, che è riuscito a far vietare i suoi spettacoli rivolgendosi al Consiglio di Stato. In un video Dieudonné l’ha definito un «Mussolini mezzo trisomico»