Fonte:
Corriere del Veneto
Insegnante negazionista, i giovani ebrei al ministro: «Rimuoverlo dall’incarico»
La richiesta avanzata dall’Ugei alla Carrozza: si riaccende la polemica dopo le dichiarazioni su Facebook del professore Damiani
PADOVA – La richiesta di «sollevare dall’incarico» un insegnante padovano che negherebbe l’esistenza della Shoah è stata avanzata dalla presidente dell’Unione giovani ebrei d’Italia, Alessandra Ortona, al ministro dell’Università Maria Chiara Carrozza. La vicenda, ricorda Ortona nella lettera indirizzata al ministro, riguarda gli esami di maturità del Liceo scientifico Curiel di Padova, nel quale un professore, Franco Damiani di Villafranca Padovana, era stato chiamato a presiedere la commissione di esame di due classi. A cinque giorni dalle prove di maturità il docente è stato sollevato dall’incarico sulla base di alcune affermazioni fatte nella sua pagina Facebook sull’errata metodologia didattica della Curiel, in relazione proprio all’Olocausto.
Damiani è stato più volte trasferito negli ultimi dieci anni (in un caso su sua richiesta) ed è stato oggetto anche di interrogazioni parlamentari, nonostante le quali è stato nominato quattro volte presidente di commissione agli esami di maturità. «Siamo a chiederci – sottolinea Ortona – come sia possibile che, mentre in diversi Paesi dell’Unione Europea è ormai da tempo stato introdotto il reato di negazionismo, in Italia, a coloro che negano l’Olocausto, sia concesso insegnare liberamente nei licei e prendere parte alle commissioni degli esami di stato». Nel chiedere un incontro al ministro sulla questione, l’Ugei auspica che a Damiani «non sia più permesso insegnare e che simili provvedimenti vengano presi nei casi in cui tesi negazioniste o incitanti all’odio e alla discriminazione siano promosse all’interno di scuole e università».
«È tutto sbagliato, siamo nel regno dell’illecito, della falsità, della menzogna propinata ai giovani», aveva scritto Damiani su Facebook in merito alla metodologia didattica del Curiel. In una lettera poi inviata all’Ufficio scolastico regionale per il Veneto il docente indicava come un esempio di questa «metodologia errata» un «laboratorio di storia» dedicato al negazionismo. «So quel che dico, avendo nella mia biblioteca almeno cinquanta libri non sul cosiddetto negazionismo, ma degli storici che più correttamente si chiamano revisionisti, alcuni dei quali conosco di persona – aveva scritto in quell’occasione – e so con quanto scrupolo operino e mi indigna pensare come saranno stati calunniati in quel laboratorio, insieme con migliaia di altre persone che non possono più difendersi perchè morte».
Sempre sulla sua pagina Facebook Damiani si definisce «cattolico integrale». Alcuni utenti di Facebook hanno pubblicato alcune delle fotografie più drammatiche dell’Olocausto. Il commento del professor Damiani è stato: «l’unico Olocausto è quello di Nostro Signore Gesù Cristo». Sul suo profilo (fino a pochi giorni fa aperto a tutti) ha scritto ad un commentatore: «Puoi risparmiarti la fatica di scrivere lunghi elenchi di morti. Basta che tu me ne dica uno: un solo nome di giudeo gasato. Fornendomi le prove di quanto dici». E poi ancora: «non abbiamo bisogno di testimonianze nè di confessioni per sapere che gli americani hanno lanciato bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945. Come può avvenire che non si disponga di una qualunque prova, altro che di testimonianze e di confessioni per un genocidio che ha fatto milioni di vittime nelle camere a gas – non un solo documento, non cadaveri, non l’arma del crimine, niente?».