Fonte:
L'Eco di Bergamo
Autore:
Vittorio Attanà
Razzismo sul Web Condannato a fare il volontario
Un anno di reclusione e 6 mesi di lavoro socialmente utile nell’associazione «In strada» di Don Fausto Resmini La condanna inflitta in udienza preliminare dal giudice Ezia Maccora a un ventinovenne studente universitario di Brembate Sopra ha il netto sapore del contrappasso: finito a processo per una serie di farneticazioni razziste affidate a improbabili blog «longobardisti», ora il giovane dovrà affiancare i volontari di un’associazione che fa dell’assistenza agli ultimi e gli emarginati la sua missione. Lo studente, P. S., è finito davanti al giudice con le accuse di istigazione all’odio razziale e vilipendio al presidente della Repubblica, per alcuni «post» su due blog «lombardistablogspot.como e «longobardotiratore.word-press.com». L’indagine, coordinata dal pm Gianluigi Dettori, è nata a seguito di una denuncia presentata dalla direzione amministrativa dell’Università di Bergamo, dopo le segnalazioni sdegnate di alcuni studenti I fatti risalgono al 2009. Nei blog su cui scriveva, secondo l’accusa, P. S. «diffondeva idee fondate sulla superiorità della razza bianca o ariana e sull’odio razziale o etnico» e incitava a «commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Eloquenti i titoli dei suoi articoli, come «Elogio al razzismo» o «La razza ebraica». C’è perfino un testo dedicato al calciatore Balotelli. Nei suoi testi se la prende poi con i «sodomiti», ma anche con gli «inabili», si dice favorevole all’«eugenetica» ed «endogamia» come soluzioni per conservare la presunta purezza della razza. Ma c’è spazio anche espressioni che gli sono valse l’accusa di villipendio al presidente della Repubblica. Dipinge il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, come «una logorroica e incartapecorita comare napoletana» e definisce «eventi odiosi e sciagurati» il Risorgimento, l’Unità d’Italia, la Resistenza partigiana. Il pm Gianluigi Dettori aveva chiesto per lui una condanna a un anno e 4 mesi di reclusione e 8 settimane di lavoro socialmente utile. In aula il giovane si è detto pentito e dispiaciuto di aver scritto certe cose, affermando di averlo fatto in un periodo particolarmente difficile e delicato della sua vita. Il giudice Ezia Maccora ha condannato S. a un annodi reclusione e 6 mesi di lavoro socialmente utile a favore dell’associazione di Don Fausto Resmini, concedendo le attenuanti generiche, ma non la sospensione condizionale della pena A domanda del giudice, infatti, il giovane non ha fornito il proprio consenso a prestare attività socialmente utile a favore della collettività, consenso a cui era subordinata la sospensione condizionale della pena, secondo l’articolo 165 del Codice penale. Il gup a quel punto non ha concesso la sospensione condizionale, condannando lo studente a un annodi reclusione e, come pena accessoria (prevista dalla legge che punisce l’istigazione al razzismo) a 6 mesi di lavoro socialmente utile.