20 Dicembre 2009

Web, la rete dell’odioPiù di tremila i siti razzisti

Fonte:

l'Unità

Affermano che “Auschwitz è co-
me Disneyland”; inneggiano al
Terzo Reich, incitano alla cac-
cia all’ebreo, al negro, ai gay…
Sono gli “hate sites”, i siti del-
l’odio. Una crescita costante,
in quantità e qualità

Umberto De Giovannangeli
udegiovannangeli@unita.it

L’antisemitismo corre sul web. Ed è un fenomeno in costante crescita. In quantità e diffusione. Dall’Indonesia all’Australia, dalla Russia all’Italia, passando per l’Egitto, le repubbliche baltiche dell’ex Urss, la Polonia. Sono oltre tremila i siti censiti che propagandano tesi antisemite. A questi vanno aggiunti i filmati (calcolabili a centinaia) di esaltazione del Terzo Reich e di negazione della Shoah, scaricati su Youtuhe. La rete collega singoli e gruppi. Crea alleanza. Produce mobilitazio- ne. Organizza aggressioni contro giovani ebrei. Incentiva la profanazione di cimiteri ebraici.
LA RETE DELLA VERGOGNA
Oltre tremila siti antisemiti. Una rete della vergogna che accompagna la formazione di gruppi e movimenti dichiaratamente antisemiti: sono almeno 850 quelli censiti dal Centro Wiesenthal di Gerusalemme. Questi siti, sottolinea il direttore del Centro Simon Wiesenthal di New York, Marc Weitzman,sono utilizzati non più soltanto per la propaganda ma anche “come sistema di reclutamento, praticamente privo di rischi, quasi a costo zero e anonimo”. Considerazioni, e cifre, che ritroviamo in un recente rapporto realizzato dal network Raxen su input dell’Eumc (Centro Europeo di Monitoraggio del Razzismo e della Xenofobia). Secondo gli esperti, a partire dal 2000, sul web ha preso piede una rete di comunicazione tra estrema desta e fondamentalismo islamico. Negli oltre 3mila siti dedicati a contenuti antisemiti, a cui si legano chat e forum, al centro viene posta la negazione dell’olocausto “come una componente dell’agitazione antisemita”. “Gli estremisti di destra – si legge nel rapporto – hanno scoperto come condurre la loro guerra via Intemet, come usare la “elecronic warfare”. Simili tattiche hanno indotto le autorità di alcuni Stati a mettere in guardia contro le derive terroristiche dello spettro dell’estrema destra. In più la potenziale violenza è coltivata dai peggior tipi di giochi elettronici, diventati arma politica vera e propria utilizzata abilmente dai neo-nazi. Questi siti hanno un pubblico fedele e ampio, costituito non di semplici curiosi, ma di persone che sull’odio hanno costruito il proprio rapporto col mondo e usano Internet per ritrovarsi, scambiarsi informazioni, infiammarsi reciprocamente, creare steccati, alzare barriere, scavare fossati.
NAZI IN ISRAELE
Zalman Gilichinsky, immigrato in Israele dalla Moldovia nel 1989, si occupa da diciannove anni di monitorare il fenomeno dell’antisemitismo in Israele. Sul suo sito internet, pogrom. org. il, ha denunciato a giornali e associazioni la diffusione di decine di fogli a sfondo neonazista in Israele, Inutilmente: i media israeliani lo considerano un argomento tabù. Un’eccezione si ebbe nel 2007, quando la polizia scoprì una cellula neonazista composta da almeno otto immigrati provenienti da Paesi ex sovietici, tutti tra i 17 e i 19 anni, accusati di aver organizzato attacchi contro ebrei ortodossi, stranieri, punk, gay e tossico-dipendenti, oltre che sfregiato una sinagoga di Tel Aviv. Il neonazismo sul web non conosce confini: siti russi, francesi, spagnoli, svedesi, tedeschi, americani, in un crescendo di farneticazioni antisemite e deliri razzisti, celebrazioni di Hitler e esaltazione della razza ariana. Negli Usa sono oltre 400 i siti che si dicono apertamente nazisti, hitleriani o appartenenti al Ku Kluz Klan. Gli “hate sites” (i siti dell’odio) sono mobili, pronti ad aggirare restrizioni legislative. Sono novanta i gruppi di estrema destra tedeschi che hanno trasferito loro siti Internet dai server della Germania a quelli degli Stati Uniti. Negli Usa, la legge sulla libertà di espressione rende pi difficile la chiusura delle pagine web.