Luogo:
Roma
Fonte:
Il Messaggero edizione di Roma
Arabi contro il negozio ebraico sputi e minacce al proprietario
L’AGGRESSIONE
«Ebreo di m….Tanto torniamo». Minacce e insulti a un commerciante a due passi da piazza di Spagna. L’altra mattina tre ragazzi con il cappuccio delle felpe calato sugli occhi si sono fermati davanti a una vetrina di scarpe in via della Vite, hanno sputato a terra e aggredito a parole il titolare e poi sono fuggiti via. L’uomo per la paura si è sentito male.
«Helio» è un negozio storico a metà di via della Croce. Da più di cinquanta anni, ha una produzione propria di calzature e tra i clienti Ruud Gullit, Arnold Schwarzenegger, Patty Pravo e Jane Fonda. All’ingresso, c’è la mezuzah, una scatolina di metallo che viene posta sullo stipite della porta, a destra rispetto a chi entra, come vuole la tradizione ebraica. Di solito la mezuzah sta fuori dalle abitazioni, solo a Roma compare anche nei negozi perché un tempo i commercianti vivevano nelle botteghe. I tre ragazzi potrebbero aver capito che il negozio appartiene a un ebreo da quel segno. Si fermano lì davanti e fissano la vetrina. Il titolare li nota, hanno il volto coperto a metà dal cappuccio, all’apparenza sembrano di origine araba. Si avvicinano alla porta e sputano per terra, «ebreo di m ». Parlano in italiano, nessun particolare accento.
LA PAURA
Il proprietario spaventato prende il telefono per chiamare i carabinieri. «Tanto torniamo», lo minacciano i tre e fuggono via. Lui fa appena in tempo a dare l’indirizzo del negozio, per la paura e la rabbia si sente male e sviene. Lo soccorrono le altre persone che sono lì presenti. Qualche minuto dopo una pattuglia dei carabinieri è in via della Vite, il negoziante ancora stordito racconta quello che è successo. Dei tre ragazzi non c’è traccia. Sul caso indagano i carabinieri.
«Non vogliamo creare allarme nella nostra comunità, c’è già tanta paura», al negozio di via della Vite il giorno dopo preferiscono non commentare le minacce.
Negozianti ebrei di nuovo nel mirino. Già la scorsa estate, durante la guerra di Gaza, erano comparsi in città alcuni volantini. Sotto il disegno di un ragazzo palestinese imbavagliato dalla scritta ‘antisemitismo’, c’era l’elenco di 47 attività commerciali (negozi di abbigliamento, BeB, ristoranti, panifici e macellerie) di Roma, con l’invito a boicottarle insieme a «ogni tipo di prodotto e commerciante ebraico», per «contribuire a fermare il massacro del popolo palestinese». I manifesti firmati «Vita est militia» erano stati affissi su diversi palazzi in viale Libia, in corso Trieste, in piazza Bologna e in via Orsola e in poche ore rimossi.
M.Lo